Lui intitola il suo nuovo disco Per fortuna che ci sono io e, tutto sommato, non ha torto. Per fortuna che c'è Bugo, una delle rare voci realmente indipendenti in un quadro musicale dalle tinte sempre più conformiste e omologate. «La mia carriera è un percorso continuo fatto di evoluzioni, di cambiamenti che mi mantengono sempre in movimento», scrive nelle note che accompagnano queste dodici canzoni. Cinquantenne, soprannominato «fantautore» e adorato da una nicchia di amanti della canzone spigolosa e alternativa, si è scritto da solo testi e musiche di questo disco che ha asciutti suoni rock, corpose riflessioni esistenziali (Bilancio di coppia, ad esempio, ma anche Scivola via) e qualche ghiribizzo ironico come Carciofi, «una canzone meravigliosamente stupida» che in qualche modo segue Ggeell contenuta nel disco Sguardo contemporaneo del 2006. Il tutto cantato e suonato alla maniera di Bugo, ossia di «un ragazzo semplice che non sa scendere a compromessi neanche con se stesso».
Iniziamo dal titolo.
«Per fortuna che ci sono io è un po' celentanesco, dopotutto Celentano è uno dei miei idoli».
E le canzoni?
«Tutte insieme fanno un disco motivazionale, che secondo me regala voglia di essere positivi».
Lei ne ha bisogno?
«Sì, lo ammetto. Mi sono fermato un po' perché ho avuto bisogno di ritrovare energia in me. Ero stanco per diversi fattori, compresa la pandemia».
Ma non solo.
«Ho anche il peso di essermi sentito violato su di un palco così importante come Sanremo».
Si riferisce a quanto accadde con Morgan al Festival del 2020.
«È una ferita che spero con il tempo si possa richiudere».
Una delle forze di Bugo è nella sua famiglia. La moglie diplomatica Elisabetta, i due figli, la vita insieme a Bruxelles.
«Festeggiamo in questi giorni i 13 anni di matrimonio, penso che siamo la conferma che gli opposti si attraggono. Forse lei vede in me un diversivo e io vedo in lei un equilibrio».
Le ha dedicato il brano Salvo il tuo nome.
«L'amore più vero ti porta a ripetere il nome della tua amata all'infinito».
Bugo, qualche volta la «incolpano» di non essere intonatissimo.
«Rispondo con la musica. Tutti i miei eroi parlano con la musica, la mia scuola non discende da lezioni di musica. Non voglio fare paragoni ma ricordo un vecchio programma tv nel quale Lucio Battisti rispondeva alla stessa domanda con un chiaro non sono un cantante, voglio solo esprimermi».
Però è una vecchia questione.
«Sì, sono decenni che se ne parla. Mi viene in mente una famosa tavola rotonda nella quale Celentano e Claudio Villa discutevano della stessa questione».
Ha mai pensato alla televisione?
«Sì».
Però non si è quasi mai visto in tv.
«La tv mi interessa, anche se non è il mio campo...».
Se la contattasse X Factor per la giuria?
«In passato ci sono stati contatti, ma io vivevo in India con mia moglie».
Se le rifacessero la stessa proposta accetterebbe?
«Se mi prendono come sono, cioè senza filtri, perché no?».
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