LA TASSA DELLA REGIONE SARDEGNA

Gli organizzatori annullano il raduno dei Menorquin: «Se si paga non veniamo più». La protesta del sindaco di Baunei: «La scelta di Soru rovina l’immagine dell’Isola»

Daniele Casale

da Cagliari

Non fuggono solo i vip. Dalla Sardegna «coste&tasse» ogni giorno arrivano decine e decine di disdette da parte di proprietari di barche. Attracchi prima sicuri nei principali porti dell’Isola e poi annullati per non pagare la famigerata tassa sul lusso entrata in vigore lo scorso 11 maggio e voluta dalla giunta regionale guidata dal presidente Renato Soru. Le ultime vittime sono i gozzi spagnoli, i Menorquin, il cui raduno d’inizio agosto è stato annullato dagli organizzatori non appena hanno saputo che nell’approdo di Santa Maria Navarrese, sulla costa orientale, in Ogliastra, si sarebbe dovuto pagare il tributo alle casse isolane: tra mille e 5mila euro a testa.
Nei giorni scorsi, come riferisce il quotidiano L'Unione Sarda, una stringata lettera è arrivata sul tavolo dell’assessore regionale ai Trasporti: «Se dobbiamo pagare una tassa, in Sardegna non veniamo più», ha scritto Marco Molesti, direttore commerciale vendite e importatore Menorquin Yachts in Italia, con sede a Genova. Mica poca roba: il raduno che non è andato in porto, è il caso di dirlo, è uno dei più importanti e famosi del Mediterraneo, giunto (sarebbe...) alla settima edizione e che l’anno scorso aveva riscosso un grande successo all’isola d’Elba.
Nel porticciolo ogliastrino, in uno degli scenari più belli e incontaminati della Sardegna, tra le falesie calcaree a picco su un mare da favola, era tutto pronto: prenotati i posti barca, partiti gli inviti, inviata la caparra alla società di gestione dello scalo, addirittura la sala di un ristorante da cento coperti. Ma dopo il fatidico 11 maggio è saltato tutto. E oltre il danno, la beffa: perché adesso non c’è più tempo di organizzare il ritrovo delle trenta imbarcazioni da un’altra parte. La disdetta significa saltare l’edizione di quest’anno. A meno che, ha fatto sapere appena ieri Molesti, la Regione non faccia un passo indietro entro quindici giorni, concedendo una deroga al pagamento della tassa per i natanti, che misurano tra i 14 e i 18 metri. Se così dovesse essere, il raduno potrebbe ugualmente tenersi. Ma visti i precedenti, non è affatto scontato che Soru sia disponibile a trattare, anche perché questo potrebbe innescare una pericolosa reazione a catena. Ma intanto la frittata è fatta. Furiosi gli amministratori locali, a cominciare da Salvatore Lai, sindaco di Baunei, piccolo centro su cui ricade Santa Maria Navarrese: «Sono rimasto di stucco, queste tasse sul lusso stanno rovinando l’immagine della Sardegna turistica. Per non parlare di quella di una piccola comunità come la nostra, che sul turismo punta tutto per il rilancio e lo sviluppo».


E oggi a Castelsardo, piccolo borgo arroccato sul mare a metà tra Santa Teresa Gallura e Stintino, nuova riunione tra i sindaci delle località marittime che decideranno il da farsi, dopo l’ultimatum di due giorni fa e alla luce delle disdette che giorno dopo giorno si infrangono come uno tsunami sulle coste sarde.

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