Una tazza di tè: il caldo rito del pomeriggio

Chiara Cirillo

Se per gli inglesi il tea time, l’ora del tè, è un rito, quasi una necessità, per noi italiani da sempre fedeli al caffè, non è proprio così. E comunque il tè resta tra le bevande dell’inverno più richieste. Caldo pretesto per un pomeriggio di chiacchiere tra amici, la tazza fumante è per molti un piccolo rito anche da noi. Tanto è che è nata anche un’associazione, l’Italian tea club, con sede a Perugia, che organizza corsi per diventare assaggiatori e imparare a distinguere profumi e miscele (www.teatime.it).
Del resto, quella del tè, è una tradizione antichissima, che si traduce in vere e proprie cerimonie nelle patrie d’origine, come Cina, Giappone e India. E come tutte le liturgie, va celebrata senza fretta, vediamo dove. Ad esempio dietro Campo de’ Fiori, al civico 69 di piazza Paradiso, da Namastèy, il delizioso locale di Daniela Ferraresi che trae spunto dallo storico Mariage en Frère di Parigi. Arredamento minimal, curato in ogni dettaglio, è accogliente così come la giovane proprietaria. La quale, appassionata conoscitrice di culture orientali, dopo aver lavorato per anni in una sala da tè romana, ha affinato la sua arte con innumerevoli viaggi nelle patrie del tè fino alla scelta di aprire un posto tutto suo. Qui si può scegliere tra i centoquaranta tipi provenienti da ogni dove. Salendo al piano di sopra, c’è il salotto degustazione arredato con gusto, dove si organizzano serate a tema, degustazioni e anche presentazioni di libri.
Salotto 42 (piazza di Pietra, 42 appunto) è un locale di ispirazione nordeuropea dagli arredi vintage. Gestito in allegria da Damiano e Malin, i giovani proprietari, è una delle ultime proposte romane in materia di tè. L’unico, grande ambiente potrebbe sembrare dispersivo, ma tra luci calde, musica di sottofondo e gentilezza nel servizio - c’è da fidarsi - perché molto accogliente. Sono invece 22 anni che Il Giardino dei Ciliegi conserva immutato ambiente e verve. Locale intimo - adatto ad un pomeriggio in dolce compagnia - per l’ora del tè, propone oltre centocinquanta tipi, dalle miscele classiche alle artigianali di rara fattura, e - novità - tante tisane. Il tutto con uno dei dolci fatti in casa (via dei Fienaroli, 4). Un altro valido indirizzo nel cuore di Trastevere è il Lettere Caffè (via San Francesco a Ripa, 100), dove tra un sorso di tè e un dolce, è facile trovarsi nel bel mezzo di un convegno o di un concerto. Sulla scia dei cafè letterari diffusi perlopiù al nord Europa, questo locale è il posto giusto per coniugare momenti di relax e cultura.
In via Plauto, al numero 33, scoviamo l’atmosfera zen e oriental chic del Makasar. Tra zampilli d’acqua, giardini giapponesi formato mignon, canne di bambù e musica evocatrice di lidi lontani, troviamo un’ampia selezione di tè e miscele preparate personalmente dal giovane proprietario. Trecento i tipi importati da ogni parte del mondo, così come gli accessori. Oltre alla vendita, tanti angoli discreti dove degustare «in piena rilassatezza» il tè, che vi verrà servito con il servizio del paese di provenienza dell’infuso.
Dall’atmosfera zen del Makasar, passiamo al british style del Babington’s di piazza di Spagna. In assoluto, la prima sala da tè aperta a Roma. Era il 1893 quando miss Babington e miss Cargill partirono dall’Inghilterra alla volta di Roma.

Rimasto immutato nel tempo, elegante e accogliente come sempre, questo locale, oggi gestito da una appassionata erede di una delle fondatrici, rinnova la propria offerta, proponendo anche accessori di grande fattura per la preparazione. Accanto ai barattoli di latta dove sono raccolti i preziosi infusi, ecco teiere, tazze, colini provenienti da Cina, Giappone, Italia, Francia e, ovviamente, Gran Bretagna.

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