Luciana Baldrighi
Un divo della televisione in disgrazia, che dalla vita ha avuto tutto e ha perso tutto, si ritrova una sera su un ponte di periferia con l'intenzione di buttarsi e farla finita. E' in quel momento che sopraggiunge un povero diavolo, un operaio semplice e ignorante, e per di più tradito dalla moglie, che ha le sue stesse intenzioni, rafforzate da una corda al collo nell'ipotesi l'affogamento via fiume dovesse rivelarsi insufficiente...
Niente progetti per il futuro, la commedia di Francesco Brandi (premio Flaiano 2009) in scena al teatro Manzoni di Milano (fino al 27 marzo) si apre così e già nel raffronto fra i due aspiranti suicidi è la chiave dell'intera piéce. L'attore fallito è infatti interpretato da Enzo Iacchetti, l'operaio infelice è Giobbe Covatta: entrambi mantengono le loro origini e quindi il primo è un uomo del nord e il secondo un classico esemplare del sud. Messi a confronto, la commedia si impenna e la risata è assicurata.
Iacchetti e Covatta si conoscono da più di trent'anni. Esordirono infatti che erano ragazzi al Derby di Milano e si capisce che la loro è una comicità in cui i tempi comici, l'improvvisazione, il gioco di sponda è una sorta di dna naturale. Dopo di allora le loro strade si sono divise, eccezion fatta per una sitcom, un paio di anni fa, dal titolo Medici miei, che li rivide insieme. La coppia funzionava, ma non era servita da un copione adeguato.
In niente progetti per il futuro, tutto invece funziona alla perfezione: le scene di Nicolas Bovey sono essenziali, le musiche di Cesare Picco non sono ingombranti, c'è un clima beckettiano, ma senza esagerare e tutto ciò al servizio di un testo non banale che i due attori arricchiscono con l'estro di chi è abituato a improvvisare. Applausi a scena aperta e serata riuscita.
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