Andrea Indini
Se Caronte esistesse per davvero e per di più esistesse oggi, allora potremmo azzardarci a dargli un nome che non passi inosservato. Qualcosa come Joseph. E se poi diventasse il protagonista di un commedia teatrale? Ci ha già pensato Michele Losi.
Approda alla penultima serata il festival di teatro, musica e poesia, Il giardino delle Esperidi. In cartellone, sul palcoscenico di Villa Amman di Ello (Lecco), la compagnia ScarlattineTeatro con lo spettacolo di Losi, Scirocco (ore 21.30), e la compagnia Riserva Canini con La triste storia di un altro diavolo (ore 23), ideato e interpretato da Marco Ferro e Valeria Sacco. «Due storie completamente diverse - spiega Michele Losi, che ha curato anche la direzione artistica del festival - ma accomunate dal viaggio inteso come cammino indissolubilmente legato alla vita di ogni uomo».
In Scirocco, lo scafista Joseph aiuta il pubblico ad attraversare il mare, introducendo lo spettacolo con un racconto sullorigine del male: attori e musicisti si moscolano al pubblico per raccontare le esperienze di cinque migranti. Surreali colloqui di lavoro si alternano al decalogo delle buone maniere dellextracomunitario, bizzarro materiale affisso in una Asl di Milano.
«Al tema dellimmigrazione - continua Losi - è associato quello del viaggio, del cammino e del ritorno. La tesi è che il tornare a casa rappresenta il tornare alla luce dalloscurità». Ma luomo è anche segnato da una forte duplicità che mette in contrasto il suo desiderio di ritorno al proprio ingegno. Odisseo impersona questa duplicità, eroe che segue un percorso rettilineo, senza fine e senza ritorno, in una continua interrogazione e sperimentazione del mondo, che lo fa continuamente divenire altro da sé.
La triste storia di un altro diavolo ha tutto un altro ritmo. «Ogni cosa sotto questo cielo - spiegano gli autori - ha un suo tempo e una sua ora. I protagonisti di questo spettacolo, però, hanno soltanto unora». Unora scarsa di vita. E in questora cercheranno di capire. Tutto. A fare da teatro alla vicenda, uno spazio circoscritto, vuoto e scuro, abitato da un uomo muto, una morte spietata e «una Mano nuda». Al di sopra di tutto ballano Reo e Lucente. Ma il bianco abbagliante di una spallina spinge questultima a gettarsi nel vuoto e a scoprire il luogo in cui si consuma leterna battaglia tra luomo e la morte. «È così che la protagonista - spiega Ferro - cade in balia di una Mano che ordina e scompiglia, che, come unombra, li scruta alle spalle».
I due spettacoli in programma saranno preceduti da un laboratorio (ore 20.30) sulla memoria dei luoghi del territorio. Con oltre mille presenze nelle prime cinque giornate, il festival (questanno al suo debutto) chiuderà i battenti domani sera. Si concluderà con uno spettacolo della compagnia O Thiasos TeatroNatura, Demetra e Persefone presso il comune di Figina (ore 19.30). Da qui, alle 21.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.