Due aziende americane, SpaceX e Boeing, hanno l’esclusiva sul trasporto di equipaggi (e cargo) sulla stazione spaziale in orbita terrestre. Al tempo la Sierra Nevada Corporation propose il “Dream Chaser”, o “Inseguitore di Sogni” come soluzione: una navicella spaziale simile ad un piccolo aeroplano. Purtroppo, il Dream Chaser non venne selezionato dall’agenzia spaziale Usa.
L’azienda non si scoraggiò e ripropose una variante più specifica nel trasporto cargo. E ne fecero un prodotto straordinario. Da pochi giorni la Nasa ha infatti autorizzato la produzione del primo esemplare operativo (fino ad ora ne esistono solo a livello sperimentale).
Il veicolo è alquanto spettacolare. Il profilo di missione è molto semplice, partendo da un lancio con un razzo. Le ali del Dream Chaser possono essere piegate e quindi riesce ad essere comodamente inserito in una capsula di lancio assieme a circa 5.500 kg di cargo. Una volta in orbita si attracca alla stazione. Nel rientro ha la capacità di riportare cargo sulla terra (data la cabina pressurizzata) oppure di sganciare il proprio modulo cargo (a traino) per incenerire “spazzatura” nell’atmosfera terrestre. Il rientro attraverso l’atmosfera è tranquillissimo. Le forze infatti non superano i 1.5g (1.5 volte l’accelerazione gravitazionale), diventando il veicolo più comodo mai progettato per il rientro. La comodità è però un lusso per future missioni. Infatti, il Dream Chaser non porterà membri dell’equipaggio e può manovrare, planare ed atterrare completamente autonomamente.
La produzione è accordata per il contratto CRS-2 “Commercial Resupply Service 2”.
Prevederà un minimo di 6 missioni di rifornimento cargo da e per la stazione spaziale nel 2020. Il veicolo è però capace di essere riutilizzato almeno 15 volte. Il Dream Chaser è in essenza il primo veicolo altamente riutilizzabile per il trasporto di persone e materiale da e per l’orbita terrestre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.