Il 2021 potrebbe rappresentare per l'Italia l'anno della rivoluzione della connettività. Dopo decenni di stagnante digital divide, e di enormi diseguaglianze tecnologiche lungo tutto lo Stivale, sembra intravedersi all'orizzonte una spinta positiva agli investimenti in banda larga. L'obiettivo è quello di colmare il gap che colpisce ancora molti territori, soprattutto le zone più rurali, avvalendosi delle più svariate tecnologie. Non solo si punterà sul consolidamento della rete in fibra ottica, ma anche sui neonati network 5G e sull'implementazione di standard più prestanti per il Fixed Wireless.
Sono ancora moltissimi gli italiani che non possono approfittare di una connessione veloce. E nel novero non vi sono solo coloro raggiunti da tecnologie ormai vetuste, come le vecchie ADSL, ma anche nucleri familiari mai coperti da nessun operatore. Un problema non da poco, per un anno che probabilmente si caratterizzerà ancora per il ricorso alla didattica a distanza e allo smart working.
Fibra ottica più capillare
Non vi sono dubbi: la fibra ottica rappresenta oggi il gold standard per la connettività, sia per necessità domestiche che per le imprese. La necessità di trasferire file sempre di dimensioni maggiori, a cui si aggiungono i sempre più ubiquitari servizi di streaming e di cloud-gaming, richiede connessioni molto veloci e a bassissima latenza. L'implementazione della fibra ottica in Italia sta seguendo due strade ben distinte, a loro volta differenti per standard e prestazioni garantite:
- FTTC (Fiber to the Cabinet): la fibra ottica raggiunge l'armadio di strada e la connessione ridsitribuita a palazzi e appartamenti tramite VDSL, quindi su comune rete in fibra. Le velocità sono di circa 100 Mbit/s, soglia che può però aumentare quando i gestori della rete implementano il cosiddetto vectoring, tale da garantire velocità da 200 Mbit/s o addirittura superiori;
- FTTH (Fiber to the Home): la fibra ottica raggiunge direttamente il palazzo e il collegamento, superando così i limiti del doppino in rame, tra cui la diafonia. Questa soluzione permette di raggiungere il massimo della velocità su queste reti, oggi fissata dal mercato a 1 Gbit/s.
Nel corso del 2021 sempre più Comuni potrebbero finalmente essere raggiunti dalla FTTH, sia grazie agli investimenti di privati che per il termine di molti lavori avviati negli scorsi anni, relativi al bando Infratel e realizzati da Open Fiber. Questo progetto, annunciato nel 2015, mira a portare connessioni di qualità anche alle cosiddette "aree bianche" del Paese, ovvero quelle più rurali oppure dallo scarso appeal per invesimenti di privati.
Rivoluzione FWA
L'Italia rappresenta uno dei Paesi europei dove le connessioni FWA - ovvero Fixed Wireless Access - sono fra le più diffuse. Avvalendosi di collegamenti radio, quindi dalla stazione trasmittente dell'operatore all'antenna del cliente montata sul tetto e sul balcone di casa, questa tecnologia ha permesso a molti cittadini di sfruttare connessioni prestanti anche dove ADSL e fibra non arrivano. Ancora, i network FWA hanno permesso di superare gli ostacoli dovuti alla geografia del Paese: basti pensare alle aree montane dove tutt'oggi rimane molto complesso portare collegamenti in fibra.
Tra gli operatori più popolari sul territorio, e dai network più capillari, si citano sicuramente Eolo e Linkem, a cui si aggiungono molti provider locali: avvalendosi di sistemi proprietari e operando su frequenze licenziate, hanno garantito connessioni fino a 100 Mbit/s a bassa latenza, anche dove la fibra appare un miraggio.
Dalla fine del 2020 è però cominciata una vera e propria rivoluzione, con l'implementazione di nuovi standard che permetteranno agli utenti di approfittare di velocità del tutto sovrapponibili alla fibra, peraltro approfittando delle medesime latenze. Capostipite di questa nuova ondata di FWA è Fastweb che, all'inizio del mese di dicembre, ha svelato la sua rete fixed wireless da 1 Gbit/s, già disponibile in 50 comuni italiani. Nel corso del 2021 il network verrà allargato ulteriormente e, come facile attendersi, non si esclude possano arrivare proposte analoghe anche da altri operatori.
5G per tutti
Il 2020 è stato l'anno del lancio, il 2021 quello dell'espansione. Il 5G è infatti pronto a raggiungere finalmente un'ampia fetta di popolazione, complice anche lo switch-off per il nuovo digitale terrestre che renderà disponibili più frequenze agli operatori mobili. Oltre a garantire latenze ridotte e velocità paragonabili alla fibra, il 5G potrebbe rappresentare un comodo sostituto per le connessioni fisse, in assenza di altri metodi di connessione.
D'altronde, sono diversi gli operatori italiani che hanno lanciato speciali pacchetti 4G con GB illimitati per l'uso domestico, spesso accompagnati anche da router in comodato d'uso. È quindi probabile che avvenga lo stesso anche per il 5G. Tutto dipenderà dalla velocità con cui la rete verrà allargata: al momento, il 5G copre solo alcuni quartieri delle grandi città.
Starlink e il ritorno al satellite
Le connessioni satellitari sembravano ormai pronte al dimenticatoio, data la loro latenza elevata che le rende poco adatte alle necessità moderne di navigazione, intrattenimento e lavoro. Finché non è arrivato Elon Musk che, con la sua SpaceX, ha rivoluzionato il grazie a Starlink.
Starlink è un network, tutt'oggi in via di implementazione, di migliaia di piccoli satelliti a distanza orbitale ridotta, circa 550 chilometri dal suolo rispetto ai quasi 36.000 chilometri di un satellite geostazionario. L'affollatissima costellazione - si parla di almeno 4.
La fase beta è già cominciata negli Stati Uniti e in Canada, dove gli utenti stanno ottenendo velocità anche superiori ai 150 Mbit/s, per latenze comprese tra i 20 e i 40 ms. Il ping è quindi più alto della fibra, ma ben più ridotto rispetto alle comuni connessioni satellitare, che possono arrivare anche a 600 ms. Il tutto senza nessun sforzo per l'utente: quest'ultimo riceve un antenna motorizzata e autoriscaldante, per garantirne il funzionamento anche sotto la neve, che deve essere semplicemente posizionata in un'area dalla porzione di cielo aperta. L'antenna stessa farà il resto: si orienterà automaticamente in direzione del segnale e attiverà la connessione sul router fornito in dotazione. I costi non sono proprio alla portata di tutti - il kit costa 499 dollari e, almeno in Usa e Canada, l'abbonamento mensile richiede 99 dollari - ma la praticità è innegabile. In una recente conversazione su Twitter, Elon Musk ha fatto sapere di essere pronto ad aprire la beta anche in Europa, forse già da febbraio 2021.
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