Call of Duty Black Op. II

Uno dei giochi più attesi per questo 2012: nelle prime 24 ore di lancio sul mercato, il titolo ha guadagnato 500 milioni di dollari nei soli Stati Uniti

Call of Duty Black Op. II
Call of Duty Black Op. II

Uno dei giochi più attesi per questo 2012, che Activision ha realizzato con un team di sviluppo senza precedenti. Una campagna di promozione meticolosa e spettacolare, i tempi di realizzazione rispettati: la serietà del lavoro è stata ripagata da un successo commerciale limpido. Nelle prime 24 ore di lancio sul mercato, il titolo ha guadagnato 500 milioni di dollari nei soli Stati Uniti…La storia, che è la parte più importante del gioco, è stata scritta da David Goyer e realizzata, come per il primo capitolo, da Treyarch. L’azione si svolge nel futuro, per la precisione nel 2025, con una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina che rischia di sfociare in un conflitto aperto. I protagonisti, Mason junior e Harper, sono ancora alle prese con il “cattivo” Menendez, che però è assurto al livello di arbitro della pace mondiale.

E qui gli sviluppatori hanno decisamente cambiato rispetto al passato: ora la campagna si snoda, con continui colpi di scena, in modo non lineare. Ogni decisione presa nel corso del gioco influisce profondamente sulla continuazione dello stesso, che non ha un finale predefinito. In questo modo il giocatore, arrivato alla fine, può ricominciare e affrontare sfide inedite, potenzialmente all’infinito. Diversi generi si mescolano sapientemente dosati: azione innanzitutto, thriller, spionaggio, quest, psicologia… Il ritmo è sostenuto ma mai frenetico, con una qualità grafica ed una fluidità di immagini di livello superiore, da film HD. I comandi e l’interfaccia sono intuitivi e simili alla prima versione, anche se gli equipaggiamenti sono maggiormente variegati ed ottenibili in diversi modi.

Ulteriore novità per coloro che amano il gioco in singolo, l’inclusione di missioni “Strikeforce”: ad un certo punto il protagonista può scegliere di comandare una squadra di guastatori per arrivare ad un obiettivo particolare: in questo caso il gioco diventa quasi uno strategico in tempo reale, anche se qui si possono vedere alcuni limiti del motore grafico, che rallenta a bella posta l’azione. L’intelligenza artificiale, in questa modalità, lascia un po’ a desiderare in quanto a combattività, ma nulla di decisivo. Naturalmente la parte del leone la fanno i massacri: è necessario sparare molto e uccidere di conseguenza, arrivando anche a scene-splatter quasi grottesche. Si possono però ritagliare lunghi momenti di preparazione all’azione o di ricerca di oggetti o interrogatorio di prigionieri e caratteri, utili comunque per decidere tattiche e strategie. In ogni caso il titolo è vietato ai minori di 18 anni sia per l’elevata quantità di scene violente, sia per il linguaggio estremamente crudo.

Tutto questo per il giocatore singolo: anche in versione multiplayer, Black Op. II riserva piacevoli sorprese. Gli sviluppatori hanno puntato su due aspetti primari; la personalizzazione del proprio arsenale di gioco da un lato, e il gioco di squadra dall’altro. Per quanto riguarda il primo aspetto, il giocatore ha a disposizione una varietà enorme di armi e oggetti che può caricare sul suo profilo individuale, con l’unica accortezza di non superare il proprio limite di carico, invariato, invariabile ed uguale per tutti. Con il procedere delle missioni, si acquisisce di volta in volta un punteggio, che permette di sbloccare migliorie ed armi sempre più sofisticate.

Ma per acquisire punti, è necessario giocare in squadra e centrare gli obiettivi che di volta in volta le missioni propongono. La scelta strategica permette quindi di non poter avere mai personaggi mostruosamente più forti di altri, e tutti necessariamente vincolati alla squadra per poter ottenere successi.

Infine la modalità zombie. Nel primo capitolo si trattava di quadri slegati, quasi piccoli dungeon a sé stanti. Ora invece è possibile muoversi con maggiore continuità in uno spazio quasi omogeneo, che riserva trappole e incontri spiacevoli.

Rimane comunque l’impressione si tratti di un divertissment per i più giovani, un modo alternativo per impratichirsi con una meccanica di gioco ultra semplificata.

In definitiva un lavoro egregio di Activision, un gioco che appassionerà milioni di affezionati del genere, e che non invecchierà troppo in fretta. Da provare.

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