Diseguaglianze di reddito, pregiudizi di genere e difficoltà nell'accesso ai ruoli strategici delle aziende. Questo il preoccupante quadro che immortala la presenza femminile nell'hi-tech, il settore industriale oggi a più rapida crescita, nonché quello dalle più rosee previsioni per il futuro. Lo conferma un recente studio ISACA, reso noto in questi giorni in occasione delle celebrazioni per l'8 marzo. E sebbene il gender gap in termini di stipendio sia più ridotto in queste realtà rispetto ad altri settori strategici dell'economia, molto deve essere ancora fatto per raggiungere la piena uguaglianza fra uomo e donna.
Il problema non è certamente nuovo: già Payscale, società specializzata nell'analisi del capitale umano, ha di recente confermato come l'universo hi-tech sia prevalentemente occupato da uomini. La forza lavoro femminile raggiunge solo il 28% dei ruoli di management, al 21% se la posizione prevede responsabilità esecutive, nonostante lo scorso anno il Peterson Institute for International Economics abbia dimostrato come la presenza di donne in posizioni chiave dell'azienda porti, in media, a una crescita del 15% sui profitti.
Dei dati che sembrerebbero essere confermati dallo studio "The Future Tech Workforce: Breaking Gender Barriers", condotto da ISACA e pubblicato lo scorso 6 marzo: più della metà dei dirigenti nel settore hi-tech, infatti, ritiene che la ridotta disponibilità di donne in ruoli strategici possa costituire un limite alla crescita e all'innovazione. In particolare, l'87% degli intervistati si rivela molto preoccupato per l'esiguo numero di donne nell'industria tecnologica e, fra le motivazioni, sarebbero emersi cinque ostacoli principali: la mancanza di mentori e ruoli formativi (48%), la mancanza di modelli femminili autorevoli (42%), i pregiudizi di genere sul lavoro (39%), le opportunità di crescita diseguali rispetto agli uomini (36%) e gli stipendi differenti tra uomini e donne a parità di ruolo (35%).
Ma quali sono i fattori più limitanti per la crescita professionale femminile nell'universo IT? Il 75% della forza lavoro sottolinea come le aziende non offrano dei programmi per lo sviluppo di una leadership di genere, un fatto dovuto anche dalla massiccia presenza di uomini nei ruoli di supervisione: 8 donne su 10, infatti, rispondono a un superiore di genere maschile. Di queste, solo il 22% ritiene che l'azienda e i superiori siano davvero impegnati nella crescita della presenza femminile nel settore. Questo perché il 33% del campione afferma che l'universo IT preveda ruoli di leadership prevalentemente maschili, con il 22% convinto che l'hi-tech sia rappresentato come un campo professionale per uomini e il 14%, invece, preccupato dal fatto che i modelli lavorativi dell'industria non permettano alle donne di raggiungere un equilibrio tra le necessità professionali e quelle di vita.
Non va meglio in merito all'eguaglianza di stipendio percepita, con una donna su quattro convinta di raggiungere un reddito inferiore rispetto alle controparti, con una media del 33% di lavoratrici pagate meno dei colleghi per medesimi ruoli in azienda.
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