Approda sul Gazzettino ufficiale della Repubblica il decreto legge sulla giustizia civile, che entrerà in vigore dal 2015. Farà discutere, soprattutto i diretti interessati, la riduzione del periodo di vacanza concesso ai magistrati, ordinari, amministrativi, contabili e militari. Dall'anno prossimo avranno diritto a 15 giorni di vacanza in meno, dovendosi accontentare di "soli" 30 giorni di ferie all'anno. Un taglio fortemente voluto da Matteo Renzi che è stato letto dall'Anm come un'implicita accusa alla magistratura della lentezza del sistema giudiziario italiano.
Al di là delle vacanze dei giudici il decreto contiene novità rivoluzionarie anche per i comuni mortali. Soprattutto nelle normative che regolano le procedure di divorzio. Per la prima volta potranno svolgersi bypassando l'autorità giudiziaria. Le coppie in crisi potranno rivolgersi semplicemente agli avvocati o agli ufficiali di stato civile. Viene introdotta la figura della "procedura di negoziazione assistita da un avvocato" con l'obbiettivo di trovare un accordo tra i due coniugi senza dover approdare in un'aula giudiziaria.
Si snelliscono le procedure, a patto che la coppia abbia deciso consensualmente per la separazione e non possieda figli minorenni, maggiorenni non autosufficenti economicamente o portatori di handicap. Limitazioni condivisibili a parte, la norma promette di essere una rivoluzione del sistema. Riconoscendo il valore delle professionalità private e dei settori amministrativi dello Stato si snelliscono le procedure, alleggerendo i tribunali dal carico delle migliaia di procedure di divorzio.
Basterà far compilare all'avvocato un accordo che sancisca l'accordo di separazione tra i due coniugi e trasmetterlo al Comune dove il matrimonio è stato riconosciuto.Nonostante la cura dimagrante delle procedure, restano inalterati i tre anni che devono trascorrere tra l'udienza presidenziale di separazione e la richiesta del divorzio.
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