A Google Internet non basta più. Essere il motore di ricerca più utilizzato al mondo è diventato il trampolino di lancio per l'applicazione scientifica nei campi più svariati. Dopo il progetto legato alle auto senza pilota basato sulla tecnologia di Google Maps arriva un nuovissimo progetto, di cui vedremo in primi risultati tra non meno di sei o sette anni.
Il suo sviluppo è affidato alla divisione denominata Google X che ha messo al lavoro un centinaio di tecnici e scienziati per creare delle nanoparticelle che permettano di monitorare la nostra condizione corporea dall'interno. Come spiega il capo del progetto, Andrew Conrad, "il nostro sogno è quello di sostituire le visite dal medico con un nuovo sistema". Le nanoparticelle, ingerite sotto forma di capsule, permettono il monitoraggio costante di cellule, proteine e molecole per monitorare costantemente la nostra situazione corporea, comunicandola in tempo reale a dei visori molto simili ai primi modelli di smartwatch già in commercio.
Una soluzione che potrebbe cogliere sul nascere la moltiplicazione di cellule tumorali o la formazione di placche di grasso nel sangue, impedendo il manifestarsi della maggioranza delle malattie degenerative conosciute, permettendo un intervento preventivo. I più pessimisti sottolineano il rischio per la privacy che verrebbe dal possesso di dati simili da parte di una società privata quale è Google. Ma aldilà delle ricadute sociali del progetto, dal punto di vista prettamente scientifico, quella che ci aspetta nel prossimo decennio ha il sapore di una vera rivoluzione.
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