Nelle trattative per la formazione del Governo Meloni erano circolati dei nomi per il Ministero dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale, ma alla fine quel Ministero è stato soppresso. Si è ritenuto che non fosse indispensabile mantenerlo in vita e che si potessero comunque portare avanti in altro modo i progetti di digitalizzazione della pubblica amministrazione e quelli legati alla banda ultralarga. Le scuole di pensiero sul punto sono due: c’è chi ritiene questa scelta infelice e chi invece la reputa opportuna, considerata la trasversalità del digitale, che tocca gli ambiti di operatività di quasi tutti i dicasteri, in particolare quello della Pubblica amministrazione e quello dello Sviluppo economico, ridenominato Ministero per le imprese e il made in Italy.
L’eredità di Colao e il Pnrr
Il 27% dei fondi stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è destinato al digitale nelle sue varie articolazioni, dal polo nazionale del cloud dove far confluire i dati delle pubbliche amministrazioni più importanti al piano banda larga, dalla cittadinanza digitale alla cyber security. La voce “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” è il secondo capitolo di spese del Pnrr, per il quale è previsto un budget di 40,32 miliardi. Il Ministro uscente Vittorio Colao, che aveva peraltro suggerito di mantenere il dicastero come forte presidio per il monitoraggio dell’attuazione dei vari progetti di digitalizzazione, ha comunque lasciato in eredità al nuovo esecutivo un documento che riassume le iniziative in campo e le tempistiche di esecuzione, in ottemperanza alle disposizioni collegate al Pnrr.
Gli obiettivi prioritari della strategia italiana
La strategia italiana per la banda ultralarga punta a consentire a tutti e ovunque di accedere a reti a banda ultralarga fisse e mobili e a coprire tutti gli edifici scolastici e le strutture sanitarie con infrastrutture ad altissima velocità. Occorrerà rispettare la scadenza del 2026 per il completamento della copertura del territorio e della popolazione con le reti ad altissima capacità (fisse e mobili). L’obiettivo finale è il totale annullamento del digital divide infrastrutturale di nuova generazione, che rimane raggiungibile entro la fine del decennio, grazie a politiche di inclusione e di rafforzamento delle competenze digitali.
La cyber security per una Rete più sicura
In ambito cyber security il governo Meloni dovrà promuovere una strategia nazionale e internazionale di cooperazione tra le Istituzioni e tra le Istituzioni e le aziende private, per creare economie di scala e per rendere la sicurezza pervasiva. Occorrerà dunque supportare le amministrazioni locali nella corretta spesa dei finanziamenti in ambito Pnrr per la cyber security e quindi per i processi di digitalizzazione sicura e di messa in sicurezza.
Contemporaneamente, occorrerà accrescere la formazione di cyber hygiene, con campagne di awareness diffuse, realizzate a tutti i livelli di età e professionalità, per diffondere un nuovo approccio al digitale. Infine, appare indispensabile formare professionalità legate alla sicurezza cibernetica, che sono sempre più richieste dalle industrie e dalle aziende pubbliche e private italiane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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