A Houston otto studenti di un Istituto paritario cattolico di Verona hanno vinto il titolo mondiale di robotica e progettualità tecnologica "First® Lego® League".
In Texas i ragazzi veronesi hanno sbaragliato l’agguerrita concorrenza di ben 108 team arrivati da tutto il mondo e si sono aggiudicati, sviluppando il tema di questa edizione 2019 ("Into orbit", cioè "In orbita"), la ventesima edizione del campionato mondiale di robotica presentando una "lavatrice spaziale" che funziona praticamente senz'acqua.
Per la prima volta nella storia una squadra italiana è stata incoronata vincitrice della manifestazione, peraltro aggiudicandosi a Houston il primo posto in tutte le categorie (miglior progetto scientifico, migliore innovazione tecnologica, migliore programmazione robotica, miglior presentazione, miglior "core value", cioè lavoro di squadra).
I protagonisti di questa bella pagina di storia sono otto liceali che frequentano l’Istituto don Bosco, una scuola fondata dal santo torinese nella città scaligera, che segue una attività pedagogica che si erige su un particolare stile educativo che fa appello alle forze interiori dei giovani e si basa sulla ragione (come ricerca di senso), sulla religione (come educazione dell’interiorità ad aprirsi al trascendente) e sull’amorevolezza (come capacità di accogliere e di creare relazioni umane mature).
Alessio Montignani, Beatrice Ligozzi, Camilla Salvagno, Filippo Oliosi, Maddalena Zuccato, Paolo Venturini, Pietro Formenti e Pietro Fornalè sono gli otto protagonisti di questa incredibile avventura, che richiama un po' quanto accaduto all’ex ingegnere della Nasa, ed ora noto scrittore americano, Homer Hadley Hickman Jr., le cui vicende sono state raccontate al mondo dal film "October Sky", tratto dal libro "Rocket Boys".
Gli otto studenti veronesi, che frequentano una quarta superiore, sono stati guidati a Houston dal coach Luca Zanetti che ha indirizzato la squadra, chiamata Idb Tech-No-Logic Team, facendosi coadiuvare da altri due docenti della scuola, i professori Anna Baruzzi e Andrea Materassi.
Come spiega il quotidiano veronese L’Arena, gli otto giovani hanno presentato Wemit, "un innovativo sistema per il lavaggio dei vestiti degli astronauti in assenza di gravità e senza acqua". I giovani scienziati veronesi hanno studiato un sistema che permette di disfare la tuta degli astronauti, come se fosse una vecchia maglia di lana, per poi avvolgerne la fibra su una spoletta che viene "lavata" e igienizzata senza uso di acqua, per poi essere ricostruita secondo un disegno prestabilito.
La scoperta dei ragazzi veronesi, che ha suscitato anche l’interesse della Nasa, e che l’Istituto Don Bosco ha provveduto già a brevettare (visto che potrebbe trovare applicazione anche nel mondo dell’industria e in quello sanitario, in particolare per i tessuti e gli indumenti usa e getta), prevede un risparmio di acqua, ma anche di peso e di spazio, perché tutto è contenuto in minuscole spolette. La stessa Nasa, peraltro, ha partecipato alle premiazioni di questo campionato mondiale 2019 con Jim Bridenstine, l’amministratore delegato dell’ente spaziale americano, che ha premiato i veronesi alla presenza di Kim Wierman Reid, direttore della "First® Lego® League".
Adesso gli otto liceali scaligeri, dal 30 giugno al 2 luglio prossimi, parteciperanno al Global Innovation Award che si terrà a San Josè, in California. Il contributo di una ventina di sponsor e della Regione Veneto ha permesso ai giovani di realizzare l’innovativo progetto e di volare a Houston per presentarlo.
"Bravi ragazzi, orgoglio del Veneto!", ha commentato su Facebook il governatore leghista Luca Zaia.
"Avete rappresentato con onore il Veneto e l’Italia tutta", ha sottolineato sullo stesso social network l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione Elena Donazzan, che ha ricordato come "il modello salesiano ancora una volta si riconferma un riferimento nel panorama del sistema educativo e formativo!".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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