Xiaomi: stop ai servizi Google anche da noi, come in Cina?

Xiaomi, con l'ultimo aggiornamento della MIUI, ha bloccato l'installazione dei servizi Google su alcuni smartphone commercializzati in Cina: cosa accadrà in Europa?

Xiaomi: stop ai servizi Google anche da noi, come in Cina?

Con il nuovo aggiornamento per la MIUI 12.5 distribuito in Cina, Xiaomi ha bloccato la possibilità di installare i Google Mobile Services sugli smartphone destinati al mercato locale. Nonostante un elenco definitivo non sia ancora stato compilato, sembrano essere interessati anche modelli del marchio Redmi, come K30 e 10X 5G. Ciò significa che gli utenti cinesi, in possesso di un telefono di questi brand, non saranno più in grado di aggiungere i servizi Google manualmente in un secondo momento, nemmeno ricorrendo alla procedura di caricamento definita in gergo "sideload".

Il problema riguarderà anche noi? No, c'è da stare tranquilli: l'Europa - e più in generale tutti gli altri mercati - non saranno interessati dalla limitazione, anche considerando che i GMS sono solitamente preinstallati e presenti all'atto dell'acquisto. Potrebbero però insorgere difficoltà per coloro che sono intenzionati a comprare un dispositivo d'importazione.

Al momento non è dato a sapere con certezza cosa abbia spinto Xiaomi a prendere una decisione senza dubbio destinata a creare malcontento. In Cina sono molti coloro che si sono già riversati sulle piattaforme online per segnalarlo e lamentarsi. In un intervento ufficiale, il gruppo parla genericamente di ragioni legate a criteri di "conformità", senza però scendere nei dettagli. Non sembra a ogni modo trattarsi di una conseguenza dell'inserimento della società nella lista Communist Chinese Military Companies compilata dagli Stati Uniti, che include le aziende ritenute vicine alle forze militari di Pechino o a loro connesse attraverso forme di collaborazione.

Al fine di evitare confusione, è bene precisare che non si sta facendo riferimento alla stessa blacklist (Entity List) in cui si trovano Huawei e ZTE. In questo caso non sono vietate le partnership con aziende americane come Google per la fornitura di tecnologia, ma vengono impediti gli investimenti dagli Usa verso le società cinesi interessate.

È stata una delle ultime prese di posizione forti dell'amministrazione Trump nei confronti delle realtà hi-tech del paese asiatico, contro la quale Xiaomi si è già mossa denunciando i Dipartimenti della Difesa e del Tesoro.

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