Telecom, Alierta trova il «muro Italia»

da Milano

L’arrivo in Italia di Cesar Alierta, numero uno di Telefonica, mette le ali alla Telecom che si risveglia dai minimi degli ultimi 10 anni. Il titolo ieri ha guadagnato il 4% portandosi a 1,08 euro. Il fitto tour di incontri del manager spagnolo, azionista con il 42% della holding di controllo di Telecom, con i soci, i vertici del governo e quelli dell’Authority, riaccende il dossier del gruppo di tlc. E il mercato torna a speculare su tutte le opzioni possibili sul futuro del gruppo: dallo scorporo della rete, a un maggiore peso degli spagnoli fino alla cessione delle attività in Brasile.
In realtà Alierta è ripartito avendo ricevuto un quadro ben chiaro su due punti fermi, ribaditi da tutti i soggetti sondati ieri: Telecom resta italiana e il management non si tocca. Glielo avrebbe spiegato già nelle primissime ore della mattinata il presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, in un colloquio a Piazzetta Cuccia. Geronzi, che insieme con Giovanni Bazoli di Intesa Sanpaolo rappresenta la quota italiana di Telecom, avrebbe ricordato ad Alierta che ogni iniziativa personale sarebbe fuori luogo, scontrandosi con un blocco del sistema Paese. Sullo sfondo la visita di Alierta di quest’estate al premier Berlusconi, che ha fatto pensare a molti a un tentativo degli spagnoli di lanciare un’Opa su Telecom. Tutt’altra storia questa del tour di questi due giorni, servito ad Alierta per allontanare fantasmi vari e per accreditarsi come il maggiore socio industriale di una società quotata in Borsa, ma strategica per l’Italia.
Lunedì sera è stato impegnato in un colloquio informale con il management Telecom: Gabriele Galateri e l’ad Franco Bernabè. Poi, ieri mattina, dopo l’incontro con Geronzi, Alierta è volato a Roma dove ha visto prima il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, poi il sottosegretario alle Telecomunicazioni, Paolo Romani, a seguire il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, quello dell’Antitrust, Antonio Catricalà e il sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, avendo modo in questa circostanza di salutare anche lo stesso premier Berlusconi. Infine l’incontro con il ministro Tremonti.
«Al centro degli incontri - si legge in un comunicato del ministero dello Sviluppo economico - la banda larga e le reti di nuova generazione». Tema affrontato anche con il sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, che sintetizza: «Si è fatto cenno all’italianità dell’azienda Telecom se e quanto intenda investire nella rete di nuova generazione». «Semplici incontri di cortesia al vertice del nuovo governo», commentano i portavoci di Telefonica.
Alierta è poi ripartito per Madrid. Mantenendo a suo carico la pesante perdita potenziale del proprio investimento. Telco ha in carico le azioni Telecom a circa 2,8 euro, mentre i titoli in Borsa passano di mano a 1,1 euro. Per la holding che controlla Telecom con il 24,5% significa una perdita potenziale di 5 miliardi di euro mentre per il solo gruppo spagnolo che detiene il 42% di Telco, la perdita è superiore ai 2 miliardi di euro. L’immobilismo di Bernabè non piace al mercato che deluso dal piano industriale di febbraio si aspettava qualcosa di più dal manager.

Ora l’appuntamento è per il 25 settembre, quando il prossimo cda dovrebbe esaminare un embrione del nuovo piano, atteso poi per i primi di novembre. Intanto il mercato specula su molte ipotesi, ma solo poche sono concrete. Tra queste c’è la cessione di una quota della rete, e gli investimenti da effettuare nella rete di nuova generazione.

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