Telecom slitta a lunedì ma per Galateri-Bernabè la strada è in discesa

da Milano

Per Telecom, vale a dire per la nomina di presidente e ad della società di tlc, ci siamo quasi: la decisione slitta alla prossima settimana, ma l’accordo tra i soci sui nomi del vertice, ieri sera era più vicino. «Quasi pronto», secondo fonti vicine alle banche azioniste di Telco, la holding che controlla il 23,6% di Telecom Italia.
I nomi sono quelli di Gabriele Galateri, presidente, e Franco Bernabè ad. Ma la «formalizzazione» delle candidature avverrà solo dopo un doppio passaggio in Mediobanca: la riunione del consiglio di gestione (presieduto da Renato Pagliaro, con l’ad Alberto Nagel), e a seguire il comitato nomine, i cui componenti (il presidente Cesare Geronzi, Marco Tronchetti Provera, Vincent Bollorè e Dieter Rampl) sarebbero stati messi in pre-allarme per inizio settimana. Probabilmente per lunedì mattina, visto che Tronchetti è in partenza per la Cina con la Pirelli il giorno stesso.
Gli altri soci di Telco (Intesa, Generali, Benetton e Telefonica) avrebbero già espresso il loro informale gradimento al ticket Galateri-Bernabè. E ieri l’ad di Intesa, Corrado Passera, ha mandato un segnale di insofferenza: «Il tema è sempre più urgente». E ora rimane ora solo l’ostacolo Mediobanca dove nei meandri della governance duale sono nate visioni divergenti tra soci e manager. Visioni che si stanno appianando in seguito a un accordo che promette di garantire il miglior assetto possibile per il gruppo di tlc.
In ogni caso, alla fine, è stata scelta la strada del comitato nomine, che pure non era necessaria. E che implica anche la riunione del cdg. Due passaggi che, secondo la governance di Mediobanca, sono previsti quando l’istituto debba andare a votare nelle assemblee delle società strategiche partecipate (Generali, Rcs, Telecom) per il rinnovo dei cda: i nomi dei consiglieri vengono scelti dal cdg (manager) e proposti al «nomine» (soci) per il via libera. In questo caso tale procedura non era richiesta, trattandosi di nomine che avverranno per cooptazione nel cda di Telecom. Dunque per responsabilità personale dei consiglieri (per Mediobanca c’è Pagliaro). Ma dopo tutte le incertezze di queste settimane, il presidente Geronzi insieme con gli azionisti hanno preferito il percorso più formale per dare il maggior peso possibile alla nomina dei vertici Telecom. In modo che fosse chiaro che sia il cdg, sia i soci fossero stati resi partecipi fino in fondo delle scelte.

E questo dopo che su Bernabè (visto come vicino a Prodi) erano state sollevate diverse obiezioni da più parti. Anche in sedi politiche (ieri è arrivata la critica di Stefania Craxi, Fi, che ha parlato di «atto di occupazione», mentre lo stesso Bernabè ha querelato ).

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