Telecom, sui nuovi soci tempi più lunghi

da Milano

Il Telecom Day è fissato. Il prossimo 2 dicembre Franco Bernabè toglierà il velo dal piano industriale 2009-2001 che dopo l’approvazione del cda verrà presentato al mercato.
L’attesa è alta, all’amministratore delegato spetterà l’oneroso compito di traghettare Telecom fuori dalle secche in cui si è arenata. E ieri i preparativi sono arrivati sul tavolo del cda. Bernabè prima ha fatto il punto sull’andamento del business e sul dialogo in corso con l’Agcom (l’autorità delle comunicazioni) per poi informare sulle manifestazioni di interesse di nuovi soci pronti a investire in Telecom Italia. Su questo punto, considerato il più cruciale, tutto è ancora congelato. «Le manifestazioni di interesse - precisa una nota gruppo - non si sono concretizzate in una proposta». Tra gli interessati si fanno i nomi dei fondi sovrani di Paesi come Libia, Kuwait e Qatar. Nonostante il comunicato l’attesa non si è spenta. Fonti vicine alla società spiegano che «in caso di proposte concrete il cda dovrà riunirsi in seduta straordinaria prima del prossimo appuntamento del 2 dicembre».
Una notizia che non sembra aver preso di sprovvista Telefonica, il gruppo spagnolo che possiede il 42% di Telco la holding che controlla Telecom Italia. Secondo alcune fonti vicine all’operatore iberico, l’ingresso di nuovi partner finanziari «sarebbe il benvenuto perché darebbe un sostegno al programma di sviluppo. Telefonica resterebbe come socio industriale». «L’arrivo di nuovi soci - spiega un analista - sarebbe un punto essenziale per Bernabè che avrebbe risorse fresche per ridurre l’elevato debito del gruppo (37 miliardi di euro)».
In quest’ottica andrebbero lette le nuove iniziative del manager. Ieri Bernabè ha aperto il cda presentando ai consiglieri i benefici dell’accordo raggiunto lo scorso 19 settembre con i sindacati per la gestione dei 5mila esuberi, su 83mila dipendenti. Una misura che a regime, nel 2010, dovrebbe portare al gruppo risparmi per circa 300 milioni l’anno. Tra le altre misure da poco adottate Bernabè ha presentato, la strategia sulle nuove tariffe di Tim, già in vigore dal 9 settembre. L’obiettivo sarebbe quello di abbandonare una inutile guerra sui prezzi.
Tra gli altri punti della politica del manager, sembra ormai vicino l’accordo con l’Agcom sulla creazione di Open Acces, la rete di accesso. Bernabè ha spiegato che il dialogo tra l’Authority e Telecom proseguirà ancora per qualche giorno, fino a fine settembre, poi il gruppo telefonico elaborerà una propria proposta mentre l’Authorithy già ad ottobre potrebbe prendere una decisione in merito. «L’obiettivo - spiega un analista - è quello di avviare un nuovo dialogo con le autorità in maniera da non trovarsi spiazzati in tema di tariffe». Chi si aspettava invece qualcosa di più sul tema dello scorporo della rete, è rimasto deluso. Nel cda di ieri si sarebbe solo accennato all’argomento i cui sviluppi sono considerati ancora prematuri. Non ci sarebbe dunque stata nessuna altra occasione di frizione con Telefonica che è contraria allo scorporo «per non creare un precedente in Europa» aveva dichiarato in passato Cesar Alierta. Al contrario l’intervento di ieri del numero uno del gruppo spagnolo è apparso molto sereno. Nessun giallo invece dietro dimissioni di Gaetano Miccichè dal comitato esecutivo.

Il manager espressione di IntesaSanPaolo (socio in Telco con il 10,6%) aveva già presentato la lettera di dimissioni a fine agosto per dedicarsi al caso Alitalia. Il consigliere è stato sostituito da Elio Catania che a sua volta lascia il posto nel comitato per il controllo interno all’indipendente Roland Berger. In Borsa più 1,1%.

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