Sanremo - Insomma, l’Italia ama dividersi. Su tutto. Figuriamoci sulle canzonette. E un trio messo insieme così, con una studiatissima operazione di marketing (il principe ereditario, il Pupo nazionale e il tenore), non poteva non infervorare gli spettatori e scatenare polemiche. Dopo la platea dell’Ariston e dopo la protesta feroce dell’orchestra con tanto di lancio degli spartiti, Italia amore mio ha diviso anche il pubblico a casa. Tanto da creare una finale al fotofinish. Ovvio che, appena si spengono le luci dell’Ariston, partono immediate le polemiche sulla validità del voto telefonico che tengono banco da anni. E si dipanano in una sofferta conferenza stampa finale in cui si cerca di interrogare la restia dirigenza Rai sui ventilati imbrogli.
Per riassumere la questione, Valerio Scanu ha vinto il Festival con uno scarto di pochi voti rispetto al trio principesco. Le percentuali non sono ufficiali (la Rai mostrando poca trasparenza non le ha volute comunicare), però sembra che siano intorno al 35 per cento per Scanu, 33 per il Trio e il resto per Mengoni. Il fatto è che il brano interpretato da Emanuele Filiberto è risultato in testa per quasi tutta la finale. Insomma, i fischi arrivati a Lippi che nella serata di venerdì ha regalato un grande spot al brano patriottico, hanno scatenato le reazioni degli italiani tifosi. Ma come si permettono quelli screanzati di insultare l’allenatore che ci ha fatto vincere i Mondiali? E giù a pigiare a più non posso sul telefonino, tanto da mandare la canzone più fischiata dell’Ariston alla finalissima a tre. Però a quel punto i ragazzini fan dei talent show (Scanu arriva da Amici e Mengoni da X Factor), e probabilmente a mezzanotte e mezza più svegli dei vecchietti nostalgici della monarchia, hanno avuto la meglio e consegnato la vittoria al giovane sardo.
I più indignati per il successo avuto da Italia amore mio sono stati gli orchestrali che quest’anno sono stati coinvolti nella votazione per bilanciare il voto popolare naturalmente indirizzato verso i personaggi televisivi: sulla graduatoria semi finale pesava per il 50 per cento il voto dell’orchestra e per l'altro 50 quello del pubblico. Per questo, quando hanno visto la canzone arrivare tra le tre finaliste, i professori hanno inscenato una protesta mai vista nella storia di Sanremo stracciando gli spartiti: loro, che facevano il tifo per Cristicchi e Malika, l'avevano mandata in fondo alla classifica. Il simpatico direttore d’orchestra Marco Sabiu, quello che ha pure spaccato un violino, spiega cosa è successo. «La protesta è stata spontanea e vista la situazione mi è sembrato giusto dire in diretta che i musicisti stavano esprimendo in modo palese il loro dissenso», racconta. «Così come mi è sembrato giusto raccogliere l’invito del direttore di Raiuno Mauro Mazza a chiedere loro di smettere, perché avrebbero rischiato di surriscaldare ulteriormente gli animi dentro l’Ariston dove la temperatura era già abbastanza calda». I vertici hanno poi parlato di comportamento poco professionale. Chissà se nei prossimi anni ai professori sarà chiesto di nuovo di fare i giurati.
E veniamo al televoto e ai sospetti che qualcuno possa aver condizionato il voto. Ovviamente i dirigenti Rai escludono qualsiasi broglio. «Il sistema non è andato in tilt, ha funzionato sempre, sono invece cambiati i flussi, aumentati per Scanu e diminuiti per Pupo».
Insomma, il popolo avrebbe veramente votato così. Restano le discussioni che vanno avanti da quando si è introdotto il voto telefonico sulla validità del sistema.
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