Quasi banale dire che ha vinto l’amico Fritz. Eppure l’hanno pensato in tanto quando l’ultimo rovescio incrociato ha ribaltato il pronostico che vedeva Zverev già in finale e pericolo numero uno per Jannik Sinner. Insomma: è finita 6-3, 3-6, 7-6. E se c’è una vera sorpresa alle Atp Finals, eccola servita.
Taylor Fritz in finale è la rivincita di quello che veniva definito un miliardario annoiato che non aveva troppa fame di tennis. In effetti dopo una gioventù agitata (un figlio a 18 anni, un divorzio, diverse storie fino ad arrivare all’attuale Barbie influencer conosciuta su un’app di incontri durante il Covid, 115 milioni di follower, al secolo Morgan Riddle), miliardario è rimasto, ma annoiato non più. Anzi: si è messo a fare sacrifici ed è diventato il numero uno del tennis americano, quando altri erano predestinati per quel ruolo. Con il culmine della finale degli UsOpen di quest’anno, con la sconfitta contro Jannik Sinner presa male, segnale di uno che a 27 anni non si vuole accontentare più.
Ora ci risiamo, nel torneo che consacra il Maestro del Maestri, “sono felice: ho avuto alcune chance per il break, anche lui ha avuto tante chance per battermi. Contro Zverev va sempre così: chi sfrutta meglio le occasioni tra di noi vince, ed è andata bene. Prima finale alle Atp Finals? È incredibile, sono riuscito a superare gironi e semifinale. Quasi non ci credo: è un onore”.
Tutto insomma è nato due mesi fa a New York, e chiunque arriverà in finale troverà un giocatore diverso: “Certamente gli Us Open mi hanno dato la convinzione di poter stare tra i migliori. Non voglio rivelare tutto del lavoro che ho fatto in queste settimane, però è chiaro che sul dritto ci sono stati diversi miglioramenti.
Ho battuto molte volte Zverev quest’anno? Sì, ma quasi sempre la partita si è decisa in pochi punti e poteva andare diversamente. E anche in questo caso sono stato bravo col servizio e a giocare meglio nei momenti decisivi. Ho più fiducia, per la finale sarò pronto”.
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