Lultima volta era stato al Sistina nel 2003 con Sono tornato normale show. A gennaio il comico milanese tornerà a recitare in quello stesso teatro che lo vide debuttante nel 1969 nel musical Hair. Con lui in scena ci sarà «La compagnia dei giovani» (Armando Celso detto «Ossario», Tony Dallara, e Mario Lavezzi che aprirà lo spettacolo con quattro pezzi del suo repertorio. Ultra-sessantenni ruggenti («sono il più giovane» ride Teocoli) che affiancheranno il comico sul palco, a sorpresa, intonando canzoni perse nelloblio come Romantica o Ghiaccio bollente cantate in versione nipponica o coreana, e accompagnate dagli orchestrali della Doctor Beat. «Questo è il mio sesto show teatrale, con una media di 60-70 esibizioni allanno più un centinaio di serate cabaret al Derby di Milano. Non male finché sto in scena, poi il peso degli anni si fa sentire» spiega Teocoli. Un pezzo di memoria collettiva che emerge, prepotente, nelle due ore di spettacolo scritto diretto e realizzato da Teocoli, il quale tra i racconti esilaranti di mezzo secolo di carriera infila perle di nostalgia per poi lasciare la scena alle incursioni surreali di Felice Caccamo o del presidente Moratti.
«Racconteremo le storie di artisti importanti, emigranti di lusso come Cutugno, Al Bano e i Ricchi e Poveri, idolatrati in Giappone e in America Latina. I nostri giovani non conoscono la carriera di Dallara, che prima spopolò a Sanremo e poi, sfumata la tournée con la Monroe finì nel dimenticatoio. Se ne andò in Corea».
Ci sarà da sorridere e da riflettere, insomma, perché sulla platea scivoleranno ottimi spunti per meditare lattualità. «Non vado mai a teatro a vedere i miei colleghi. Non leggo, non ho il telefonino e non so usare il computer.
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