Michele Santoro potrebbe avere ragione come torto quando dice che in Italia non c’è un vero mercato televisivo. Per alcuni sarà ovvio, essendoci in Italia un noto duopolio: e però un mercato decente potrebbe esserci lo stesso (tre emittenti Rai, tre Mediaset, La7 e Sky) se corrispondesse a un insieme di otto reti dove ciascuna badasse essenzialmente al proprio tornaconto.
È così? Certo, conta la politica, conta chi stia al governo, non si discute di questo: si discute di chi, tra la politica e il mercato, abbia in definitiva il primato. I famosi tele-martiri Santoro-Biagi-Luttazzi, alla fine, pur coi loro tempi e al di là di ogni resistenza, si riposizionarono sulla base del loro valore su piazza. Chi fa davvero ascolti non lo ferma nessuno, alla lunga: sicché Santoro è lì, Biagi ebbe un programma, Luttazzi ebbe la sua possibilità prima di eclissarsi; altri, tipo Sabina Guzzanti, tutti ’sti ascolti non li hanno mai fatti, e comunque erano inferiori ai problemi che creavano: problemi, più che problemi politici.
A mettere in dubbio l’esistenza di un mercato potrebbe esserci che il nuovo conduttore di Matrix, Alessio Vinci, è sconosciuto ai più in quanto non proveniente dal duopolio. Ma la vera risposta verrà dal caso Mentana: essendo considerato un numero uno un po’ da tutti, nel suo ambiente e non solo, per accaparrarselo in teoria dovrebbero picchiarsi. Se resterà a spasso, qualcosa vorrà dire.
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