Il territorio come luogo d’appartenenza e identità

Pensare il territorio come luogo di appartenenza e di forte identità: è questo il filo conduttore delle attività svolte dalla Fondazione Cab, che si è posta un nuovo traguardo. Dopo aver contribuito a restituire a Brescia il complesso di Santa Giulia, facendone il museo della città e aprendo alle visite l’area archeologica romana che culmina nella Domus dell’Ortaglia, e completato il recupero di monumenti importanti, dalla facciata del Duomo Nuovo alle chiese di San Clemente e di San Zeno al Foro, ha rivolto le proprie attenzioni alla chiesa barocca di Santa Maria della Carità (nella foto).
Caratterizzato da un’inconsueta pianta ottagonale, il seicentesco edificio può vantare una posizione strategica rispetto ai percorsi di visita che attraversano il centro storico di Brescia.
Sorge, infatti, a ridosso delle pendici del Castello, lungo la via dei Musei, un tempo il Decumano Massimo, a metà strada tra Santa Giulia e il centro cittadino vero e proprio; nelle sue vicinanze si trovano, da una parte, alcuni reperti romani e la chiesa monumentale di San Clemente, mentre dall’altra, a breve distanza, si ergono il tempio-gioiello del Broletto, le due Cattedrali e le piazze maggiori.
Per il restauro conservativo e il recupero funzionale del complesso, alla Fondazione Cab si affiancano l’ente Cattedrale di Brescia e, allo scopo di rendere partecipe la cittadinanza facendo emergere il significato profondo di questa rinascita, l’Associazione amici della Chiesa di Santa Maria della Carità. Nel progetto sono coinvolti anche, oltre a Comune, Provincia, Curia Vescovile e Soprintendenza ai beni artistici di Brescia, la regione Lombardia e il ministero per i Beni Culturali, nonché la facoltà di storia dell'università Cattolica del Sacro Cuore, l’ateneo Pontificio Regina Apostolorum e la facoltà di ingegneria dell’università di Brescia. Nota anche come chiesa del «Buon Pastore», essa rappresenta un luogo simbolo della storia della Leonessa, sia sul piano politico e sociale che su quello etico e religioso. La costruzione del tempio e dei fabbricati annessi fu provvidenziale per l’opera di soccorso ai poveri e alle donne vittime della soldataglia negli anni che seguirono il sacco di Brescia, perpetrato nel 1512 da Gastone de Fois, e i rifacimenti dei secoli successivi furono fortemente voluti dalla popolazione, che li sostenne economicamente.
Riccamente decorata con intarsi, stucchi e un pavimento in marmi policromi, tra le numerose opere scultoree la chiesa ospita un organo di grande pregio storico artistico; inoltre, nella nicchia posta alle spalle del suggestivo altare maggiore si trova una ricostruzione della Santa Casa di Loreto.

L’impegno della Fondazione Cab consiste nel recuperarla prima alla funzione religiosa, con un intervento della durata di sei mesi su tetto, facciata, statue, pinnacoli e campanile, e poi al pieno splendore artistico, procedendo per un altro semestre al restauro interno.

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