Terrore tra il pubblico in sala

Terrore tra il pubblico in sala

(...) Forse i genovesi ricorderanno le esibizioni acrobatiche (peraltro neppure molto apprezzate) che gli spagnoli tennero in occasione del capodanno cittadino del 2004, roba comunque da far stare migliaia di persone con il naso in su al Porto Antico. Oggi e domani, invece, non terranno banco lo stupore e la meraviglia, i colori sgargianti ed i volteggi, ma la paura. Quella vera, quella che ciascuno di noi almeno una volta ha provato ad immaginare seguendo in televisione o leggendo sui giornali di atti di terrorismo. Il terrorismo infatti entra in sala da protagonista, con i suoi mitra, i suoi uomini incappucciati, le raffiche sparate verso il soffitto e ad altezza d’uomo, le urla, la violenza, le ragioni dell’odio. E il pubblico da spettatore diventa suo malgrado ostaggio e protagonista. Una esperienza estrema dove l’unica nota positiva è la ricerca della funzione catartica del teatro.
Ma vediamo di cosa si tratta. Durante l’esecuzione di «Boris Godunov», versione aggiornata del dramma di Alexander Pushkin, un gruppo di terroristi irrompe nel teatro tenendo pubblico e attori come ostaggi. Facilissimo il collegamento con quanto avvenuto nel 2002 al Teatro Dubrovka di Mosca, quando un gruppo di terroristi ceceni fece irruzione durante un’affollata replica del musical «Nord-Ost» con tragici esiti e decine di vittime. Al Modena non si parlerà di nazionalità dei terroristi.

«New York, Londra e Madrid hanno dimostrato che siamo tutti potenziali vittime - ha commentato Alex Ollè che con David Plana firma la regia. - Noi vogliamo mostrare quanto i terrorismo abbia cambiato radicalmente la nostra visione del mondo, mostrare anche solo una parte dell’orrore che genera il terrorismo».

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