Farhad l’"italiano" da Kabul a Brescia. I post islamisti prima dell’attacco a Monaco di Baviera

Nel 2016 l’arrivo in Calabria. Le frasi social, ancora sangue nella Germania "fragile"

Farhad l’"italiano" da Kabul a Brescia. I post islamisti prima dell’attacco a Monaco di Baviera
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«È probabile. Stiamo verificando» risponde una fonte autorevole del Giornale sulla possibilità che il giovane attentatore afghano di Monaco sia passato per l’Italia. In serata arriva la conferma grazie alle impronte digitali. Farhad Noori, nato a Kabul nel 2001, era stato fotosegnalato a Reggio Calabria il 17 gennaio 2016. Il nome, non il cognome, è riportato in maniera leggermente differente e la data di nascita risulta diversa di 8 giorni rispetto ai dati arrivati dalla Germania. Delle discrepanze che possono capitare non solo con gli afghani, ma le impronti digitali hanno confermato che era passato dal nostro paese. La polizia lo identificò una seconda volta a Brescia, il giorno successivo rispetto a Reggio Calabria. In Germania è arrivato alla fine del 2016. Secondo questa ricostruzione è probabile che l’afghano, ancora minorenne, sia arrivato in Italia con un barcone. Al governo c’era Renzi e poco dopo Gentiloni, ai tempi del boom degli sbarchi. In contemporanea esplodeva la rotta balcanica con quasi 1 milione di migranti accolti in Germania, da dove arrivano ancora oggi gli afghani fino a Trieste.

Teoricamente Farhad dovrebbe essere figlio della generazione cresciuta dopo l’11 settembre con l’intervento americano e della Nato in Afghanistan. Prima del ritorno dei talebani, la capitale afghana era una città «libera», dove i giovani si mescolavano, ragazzi e ragazze, inseguendo il sogno dell’Occidente. L’attentatore, prima di falciare 30 persone, avrebbe «condiviso post filo islamisti» sui social. I gruppi terroristici potrebbero rivendicare per opportunismo, ma è ancora presto per dire se Farhad sia un aspirante jihadista, un migrante insoddisfatto o un miscuglio tra un islamista e un mancato rifugiato. Su Facebook, subito bloccato, mostrava i muscoli e la bandiera afghana

La polizia già lo conosceva, era stato testimone in un processo per droga, frequentava ambienti al limite della legalità, come molti terroristi dello Stato islamico reclutati in Europa prima di intraprendere «la retta via» della guerra santa. In Germania era arrivato a 16 anni e come minore straniero non accompagnato è stato affidato a una struttura di assistenza. Nel 2016 aveva chiesto l’asilo, ma nel settembre dell’anno dopo la domanda è stata respinta. Farhad ha fatto ricorso, senza successo, e dall’autunno del 2020 avrebbe dovuto lasciare la Germania. In seguito l’espulsione è stata sospesa e avrebbe ottenuto un permesso di soggiorno temporaneo, concesso in determinate situazioni come malattia o figli minorenni. La Procura di Monaco di Baviera, che guida le indagini, ha confermato al settimanale tedesco Spiegel, che ci sono «indicazioni di un background estremista».

Non mancano i precedenti di casi simili come la strage di Natale a Berlino del 2016, del tunisino Anis Amri al volante di un camion ariete. L’attentato fu rivendicato dallo Stato islamico e il terrorista era arrivato con un barcone in Italia prima di raggiungere la Germania. Scappato in Italia dopo la strage è stato ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia.

Nell’ultimo anno, però, la sequenza di attacchi si è moltiplicata. Il 22 gennaio un afghano, con problemi psichici, ha accoltellato a morte un bambino di due anni e un cittadino tedesco in un parco della Baviera. Lo scorso Natale un medico saudita ha ucciso 6 persone e ne ha ferite 200 lanciandosi in auto sul mercatino di Madgeburgo. A Solingen, il 23 agosto 2024, un attacco a colpi di coltello di un siriano, che doveva essere espulso, è stato rivendicato dall’Isis. Durante gli europei di calcio si sono verificati altri fatti analoghi.

L’assalitore è quasi sempre un migrante che deve essere espulso oppure un rifugiato islamico disadattato o legato al radicalismo, che prova rancore per il paese dove è arrivato illudendosi sull’inesistente Eldorado occidentale.

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