Attentato terroristico a Jaffa: la settima vittima è un italo-israeliano

Il 33enne Victor Green possedeva la doppia cittadinanza e viveva in strada. Si tratta di una delle vittime che i terroristi hanno freddato la sera del 1° ottobre

Attentato terroristico a Jaffa: la settima vittima è un italo-israeliano
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La settima vittima dell'attentato a Jaffa, il 1° ottobre scorso, è un cittadino italo-israeliano. L'uomo si chiamava Victor Shimshon Green, 33 anni, viveva in un rifugio per senzatetto. La conferma è giunta dall'ambasciata italiana a Tel Aviv, dopo ulteriori ricerche compiute dall'Interpol congiuntamente con la polizia israeliana. I familiari più stretti in Italia sono stati informati. Dalle prime notizie si apprende che Green era nato a Milano ed era ospite del rifugio Gagon di Jaffa al momento dell’attentato. Il giovane italo-israeliano rimasto ucciso era "un ragazzo che viveva lì" e "appena avuta la certezza della sua identità abbiamo avvisato familiari e un fratello che vive in Israele" ed è stata "avvisata anche la famiglia italiana", ha poi riferito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo a una domanda in merito su Tg2 Dossier.

Oltre alle vittime, 16 persone sono rimaste ferite nell'attacco alla metropolitana leggera di Tel Aviv e a una strada vicina a Jaffa, in uno degli attacchi terroristici più mortali degli ultimi anni. Le altre sei vittime sono Revital Bronstein, 24 anni, di Bat Yam; Ilia Nozadze, 42 anni, cittadino georgiano; Shahar Goldman, 30 anni, di Lod; Inbar Segev Vigder, 33 anni; Nadia Sokolenco, 40 anni; e Jonas Chrosis, 26 anni, cittadino greco.

L'attentato è avvenuto quasi simultaneamente all'attacco missilistico da parte iraniana, finendo parzialmente in ombra. Hamas ha rivendicato la responsabilità dell'attacco, sostenendo che i due attentatori armati di mitra, Mohammad Mesek e Ahmad Himouni, fossero suoi affiliati. Mesek, 19 anni, è stato ucciso sul posto, e Himouni, 25 anni, è rimasto gravemente ferito. Entrambi gli uomini sono originari di Hebron, in Cisgiordania, e si trovavano in Israele senza permesso.

La sera del 1° ottobre scorso gli attacchi si erano concentrati presso una sinagoga e una fermata del trasporto pubblico nei pressi della stazione Erlich della metropolitana leggera. Secondo le immagini delle telecamere di sorveglianza e le testimonianze oculari, i due terroristi erano usciti dalla metropolitana leggera quando uno dei due ha aperto il fuoco. La coppia ha sparato e accoltellato i civili prima sulla metropolitana, per poi proseguire a piedi, attaccando le persone in Jerusalem Street. Un agente della sicurezza municipale e civili armati avevano poi sparato e "neutralizzato" i due assalitori.

Dallo scorso 7 ottobre 40 israeliani, tra cui personale di sicurezza, sono

stati uccisi in attacchi terroristici palestinesi in Israele e in Cisgiordania, incluso l'attacco di martedì scorso. Altri cinque membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi in scontri con terroristi in Cisgiordania.

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