Andrea Tornielli
«Oggi cè indifferenza religiosa ma cè anche lindifferenza nelle comunità che non prendono sul serio la loro carta costituzionale rappresentata dal Vangelo delle Beatitudini. La fede professata e celebrata deve essere anche vissuta e testimoniata nella vita di ogni giorno...». Larcivescovo Dionigi Tettamanzi ha appena concluso la celebrazione della Messa che nella festa di Maria nascente inaugura lanno pastorale. E sintetizza per i giornalisti i contenuti del volumetto Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, terza tappa del cammino pastorale triennale iniziato nel 2003 e dedicato a «rendere più vivo il volto missionario della Chiesa di Milano». Lo fa invitando parrocchie, associazioni e ogni singolo fedele laico a testimoniare «la bellezza, la bontà e la verità di Gesù Cristo» in ogni ambiente, in famiglia, a scuola, al lavoro. Un appello con molti risvolti concreti, tra questi «limpegno diretto ed esplicito nelle istituzioni civili e nella politica». Non manca lo spazio per una battuta sullidentikit del nuovo sindaco di Milano. «Il sindaco - ha detto larcivescovo rispondendo a una domanda - deve amare la città di Milano, ricordare che ha una dimensione europea e un rapporto con il mondo intero. Deve pensare in grande e valorizzare tutte le energie della città soprattutto innescando processi collaborativi».
Nel programma pastorale Tettamanzi spiega che la fede non può essere ridotta a dottrina o a un rito perché «inscindibile» dalla vita. Cè una «carta costituzionale» che le comunità e i singoli cristiani possiedono per essere «nel mondo» senza essere «del mondo», spiega il cardinale, e questo è il Vangelo delle Beatitudini. Chi professa ogni giorno e in ogni situazione della sua vita la fede, aggiunge Tettamanzi parafrasando unespressione usata da Benedetto XVI a Colonia, è il vero «rivoluzionario».
Nella società moderna, che appare in preda al «turbamento causato dalla mancanza di speranza», i cristiani devono sentire il bisogno di offrire a tutti la ricchezza dellamore di Dio, «quella speranza che non viene da forze umane ma da Cristo!». Tra le sfide che Tettamanzi indica nel percorso, cè quella dellattenzione alla «qualità umana dei rapporti, delle relazioni tra le persone».
«Bisogna ripensare - aggiunge - in maniera coraggiosa il proprio essere laici e rilanciare questa propria responsabilità come uomini e come cristiani». Significativo il modo con cui i cristiani devono affrontare - secondo il cardinale - queste sfide: è quello descritto nella prima lettera di Pietro nella quale si legge che il credente è sempre pronto a dare ragione della sua speranza, tratta tutti con rispetto e con dolcezza ed è disponibile a soffrire per il Vangelo. «Lo stile è quello della mitezza, dellumiltà e della disponibilità a soffrire e morire per Cristo» dice Tettamanzi, non quello della «conquista». E tra gli impegni che il cristiano è chiamato ad affrontare cè anche quello della presenza nelle istituzioni e nella politica, perché «il volontariato non basta». Linvito dellarcivescovo è a una politica non come lotta per il potere, ma come «servizio gratuito, disinteressato, generoso», senza arroganza e ambizioni ma «realizzato con animo lieto e con profonda umiltà, gratitudine».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.