Luca Rocca
Uno studio di fattibilità propedeutico a uninfinità di lavori, ma senza sapere se ci sono le risorse per realizzarli. È più o meno questo il succo dellincontro di ieri al Circolo canottieri Lazio, dove si è discusso di come difendere Roma dal rischio alluvione, attraverso una serie di interventi strutturali sul tratto del fiume Tevere compreso tra Castel Giubileo e Fiumicino. Al dibattito hanno preso parte Roberto Grappelli, segretario generale dellAutorità bacino del Tevere, che ha commissionato lo studio, Dario Esposito, assessore capitolino alle Politiche ambientali e agricole, Roberto Morassut, assessore alla Pianificazione del territorio, e Mario Canapini, sindaco di Fiumicino.
Lobiettivo non è solo proteggere la Capitale da una nuova alluvione, ma anche migliorare la fruibilità ambientale del fiume. Lo studio, realizzato dalle società «Montgomery Watson», «Vams ingegneria» e «Ingegneria per lambiente e il territorio», ha evidenziato lesistenza di alcuni nodi problematici in caso di piena e quindi di esondazioni, possibili soprattutto nellarea di ponte Milvio. Fra i problemi segnalati, alcune difese spondali inadeguate e il pericolo costituito dalle strutture galleggianti, che in caso di piena potrebbero rompere gli ancoraggi e ostruire le luci dei ponti, provocando esondazioni e il crollo degli stessi, come ha spiegato Grappelli. Per i tecnici è anche urgente mettere in sicurezza lalveo fluviale tra il Gra e Fiumara grande e risagomare gli argini. Ma si è parlato anche della costruzione di piste ciclabili nei pressi del fiume, di ascensori che dalla strada portino giù al fiume, e della modellazione degli argini. Più tutta una serie di altri interventi interessanti ma certamente costosi.
«Noi ci siamo impegnati nel rilancio del progetto Tevere - ha affermato Esposito -, vogliamo migliorare la fruizione del fiume, tenendo comunque conto che è un luogo delicato». Lassessore ha poi accennato al progetto «di realizzare spiagge artificiali per alcuni mesi dellanno», unaltra idea «rubata» a Parigi.
Dal canto suo Morassut ha sottolineato che «ora abbiamo gli indirizzi per garantire sicurezza idraulica e tutela ambientale. Il Comune ha già previsto opere infrastrutturali importanti, come la costruzione dei sette nuovi ponti».
Ma il neo dellintero progetto è sempre il solito: i soldi. Quando si è affrontato il problema del costo economico, le parole si sono fatte vaghe e le risposte non sono arrivate.
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