Thompson: ecco miti e verità sullo Stradivari dei solisti del mitra

Clink... Clank... Ratta-tta-ta. E a trovarsi dalla parte sbagliata della canna il rischio, dopo questa ritmata e cacofonica sinfonia, era quello di non sentire più alcun altro suono, se non le trombe degli angeli o i tromboni dei demoni. Era la melodia cattiva della messa da requiem dei solisti del mitra. Scusate l’attacco del pezzo, leggermente rumorista, ma davvero parlando del fucile mitragliatore Thompson, che fu a lungo l’arma preferita dei gangster (e di chi a Hollywood è diventato ricco facendo film sui gangster), non si poteva che partire dal suono, cosi caratteristico. Non il botto secco di un fucile e nemmeno il crepitio pesante di una mitragliatrice.
Qualcosa di nuovo e letale che inizio a imperversare subito dopo la fine della Prima guerra mondiale. Le cose andarono così: i soldati americani cominciarono a essere stipati nelle trincee europee nel 1917. Non se la passavano bene. Il loro pesante fucile Springfield 1903 nei combattimenti ravvicinati non era l’arma ideale: pesante e con una cadenza di tiro ridicola. Pensò di metterci una pezza il generale di brigata John T. Thompson. Voleva fornire ai «ragazzi» al di là dell’Oceano una «scopa da trincea» qualcosa in grado di scaricare addosso ai tedeschi una pioggia di proiettili in una manciata di secondi. Pazienza la precisione e pazienza la distanza di tiro utile. Quasi tutti gli scontri avvenivano a meno di cento metri. Il progetto andava però sviluppato praticamente dal niente e le cose andarono per le lunghe. L’arma divenne disponibile a guerra finita. L’esercito Usa, con gli arsenali pieni, non ne volle sapere. Anche i tentativi di vendere l’arma agli inglesi, terrorizzati all’idea che i loro soldati sprecassero munizioni, risultò campata in aria. E cosi l’azienda fondata da Thompson, l’Auto-Ordinance, rischiò da subito di trovarsi in cattive acque. A salvarli ci pensarono pero incredibilmente le poste dello zio Sam: avendo subito una serie di brutali rapine, pensarono bene, tra il ’27 e il ’28, di armare le scorte dei convogli con il «thommy». Dopo arrivarono i gangster desiderosi di andare in pari, amavano il poco funzionale caricatore circolare da cento colpi. Il cinema venne da sé. Cosi un’arma moderna ma nata al momento sbagliato iniziò a diventare un mito come racconta il saggio di Martin Pegler, Il mitra Thompson (pagg. 120, euro 15) appena stampato dalla Leg. E nel libro troverete anche un sacco di altri aneddoti degli anni Trenta.

Il risultato? A1lo scoppio della Seconda guerra mondiale il Thompson detto anche «Tommy boy» era diventato leggenda e venne prodotto in massa per la fanteria americana. Proprio quando ormai era vecchiotto. Ma si sa il successo arriva quando si sta cessando di meritarselo. Poté più la fretta e l’immagine di Churchill con un Thompson in mano che il buon senso.

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