«Ci trattano bene, abbiamo fiducia nel lavoro positivo che stanno facendo per noi le istituzioni». Sorpresi, certamente, ma non provati o, peggio ancora, spaventati i due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, imprigionati in India dopo la tragica vicenda, ancora tutta da chiarire, della sparatoria contro il peschereccio «St. Antony», hanno così risposto, ieri, a un gruppetto di giornalisti italiani, che si sono inaspettatamente trovati davanti, nella stanza del «jalor», il responsabile delle guardie carcerarie nel penitenziario di Trivandrum. Lincontro, richiesto e ottenuto, peraltro, senza particolari difficoltà, dalla polizia della prigione, si è protratto per un buon quarto dora, nel corso del quale i due militari del Battaglione San Marco hanno parlato del loro stato danimo e delle condizioni di detenzione. Due cose che, almeno per il momento, non sembrano suscitare particolari preoccupazioni.
Superati i primi minuti di sorpresa, la tensione dei due connazionali si è stemperata grazie anche alla informazioni sulleco che il loro caso sta avendo in Italia e che i colleghi si sono giustamente premurati di dare loro. Dopodiché, prima di congedarsi, grandi strette di mano e gli auguri di una rapida e positiva evoluzione della vicenda. Resta il fatto che anche ieri i media locali hanno dato conto, non senza indugiare in qualche fastidiosa ironia, della detenzione dei nostri due marò. Su tutti ha brillato ancora una volta Il Times of India che si è sentito, come dire, in obbligo di informare i propri lettori che il Chief Judicial Magistrate, mister Gopakumar, non ha voluto concedere particolari privilegi ai due militari italiani che ha spedito in carcere. Unica concessione quella di restare in cella da soli senza la «compagnia» di altri detenuti e di poter fruire, in caso di bisogno, del servizio di assistenza medica del carcere. Per il resto, come se i due marò non desiderassero altro, il quotidiano si è premurato di diffondere la notizia che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «grazie alle insistenze dei nostri diplomatici potranno contare su pasti italiani forniti da un locale ristorante italiano e pagati e dal consolato italiano».
Davvero uno straordinario successo della diplomazia italiana sembra mettere in evidenza il Times of India. Altro simpatico particolare, rivelato dai cronisti locali quello che la cella attualmente occupata dai nostri due militari è stata recente dimora dellex ministro Balakrishna Pillai, titolare del dicastero dei Trasporti e dellenergia, condannato nel febbraio dello scorso anno ad un anno di reclusione per abuso di atti dufficio e sospetta corruzione. Il Times of India indugia anche sullarredo della cella dei marò: letto, ventilatore e un bagno «stile europeo» che, tradotto, dovrebbe significare condizioni igieniche un po più dignitose. Le indagini, intanto, continuano a fare il loro corso, che è soprattutto il corso del team investigativo speciale della polizia di Kochi, guidato dal commissario, Ajith Kumar. È il caso di ricordare che le armi in possesso dei nostri militari sono state sequestrate dagli investigatori indiani e sono ora allesame del Laboratorio governativo forense.
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