Le toghe all’Unione: giustizia a rischio naufragio

da Roma

Le toghe incalzano il ministro Clemente Mastella, minacciando nuovi scioperi. E criticano il governo che mette la giustizia a rischio «naufragio», esprimendo delusione per le promesse mancate dell’Unione.
L’attacco è triplice. Arriva, in mattinata, dall’Associazione nazionale magistrati, allarmata perché «sino ad oggi non è stato ancora presentato in Consiglio dei ministri un disegno di legge sull’ordinamento giudiziario». Nel pomeriggio la corrente di sinistra, Magistratura Democratica, apre il suo congresso con un corposo cahier de dolèances e intima all’esecutivo-Prodi di «cambiare passo». E nella stessa sede il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, dice che dopo «tanti mesi, è tempo che Mastella faccia le sue proposte».
«Che ingrati!», avrà pensato il Guardasigilli, che ritiene di aver fatto molto per la categoria e per invertire la rotta rispetto al governo Berlusconi. Il ministro replica, seccato, all’Anm che non c’è nessun ritardo sulla riforma Castelli, la cui sospensione scade il 31 luglio: il testo del ddl targato centrosinistra è stato trasmesso da un mese a Palazzo Chigi e «si è in attesa che venga calendarizzato all’ordine del giorno di una delle prossime riunioni di pre-consiglio, in modo da poter essere valutato dall’intero governo entro i successivi 15 giorni». Seguiranno i ddl sulla semplificazione del processo civile e del processo penale.
Il primo campanello d’allarme arriva con un documento firmato dal presidente dell’Anm, Giuseppe Gennaro e dal segretario Nello Rossi. Esprime «viva preoccupazione» perché, non avendo il governo fatto ancora nulla di definitivo sulla riforma della Cdl, c’è il «forte rischio che riacquistino efficacia le norme ordinamentali che il ministro della Giustizia e l’attuale maggioranza di governo hanno più volte indicato come negative e da cambiare». Si prospettano nuove iniziative di protesta, «autotutela» la chiamano, per scongiurare questa «gravissima» eventualità, ricordando che la magistratura è tuttora in stato di agitazione. Le modifiche in gioco sono di «primaria importanza» per l’Anm, che ha già fornito precise indicazioni in merito. Riguardano: accesso in magistratura, carriera e valutazione periodica di professionalità dei magistrati, organizzazione delle Procure, separazione delle funzioni tra giudici e pm, incarichi direttivi, scuola della magistratura ed elezioni dei consigli giudiziari e del Csm.
Al congresso di Md il presidente Ignazio Juan Patrone si chiede come farà il Parlamento ad approvare in tempo utile la controriforma e su quali punti è disposta a «cedere» all’opposizione, come ha fatto sulle Procure. Vogliamo dal governo «risposte chiare», dice, perché finora si è fatto «troppo poco», compresi il contestato e l’«insoddisfacente» riforma disciplinare.

Mancano le riforme promesse e non sono state cancellate «leggi-vergogna» come la Cirielli, per non parlare dei tagli della Finanziaria. C’è anche un accenno di autocritica: le toghe hanno le loro responsabilità nella crisi e bisogna dire basta ai magistrati «fannulloni» e ad un Csm che spesso premia i «furbi».

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