Benny Casadei Lucchi
Kimi Raikkonen è come una bella donna insidiata. Era aprile, si era in Bahrein, quando per la prima volta Briatore e la Renault esternarono il progetto dispettoso: contendere il finlandese alla Ferrari. Ora la casa francese si muove più esplicitamente, facendo scendere in campo addirittura il presidente di Renault Sport, Alain Dassas: «Stiamo trattando con lui» annuncia. Lui Kimi «per noi è una priorità. Se potessimo arrivare ad un accordo definitivo, saremmo davvero molto soddisfatti perché avremmo nel team uno dei piloti più grandi». E il vostro tester, laltro finlandese Kovalainen? «Gli manca esperienza, potrebbe essere un rischio» la secca risposta.
Più che trattative, però, sembrano sassi gettati nello stagno per intorbidire le acque, per creare piccole e fastidiose onde in direzione della spiaggia ferrarista. Perché la Rossa e sono più che sensazioni, sono pensieri del dopo Magny Cours, per cui aggiornati non ha nessuna intenzione di farsi sfuggire il pilota su cui ha messo gli occhi da quasi due anni e sul quale ha da tempo impostato la strategia del futuro. Anche perché a Maranello sanno perfettamente che la Renault sta cercando di sfruttare il cosiddetto «effetto Schumi». Cioè, che cosa potrebbe accadere se lonnivoro tedesco decidesse di restare e non ritirarsi. Kimi ne sarebbe turbato? Kimi avrebbe problemi a stargli accanto?
Lecito pensarlo, ma il finnico difficilmente si lascerà sfuggire loccasione Ferrari. Da Montezemolo e Todt fino allintero box, tutti gli uomini in rosso ritengono Alonso forte e Raikkonen fortissimo. Perché mai regalare questultimo alla concorrenza appena rimasta orfana dello spagnolo? E perché mai farlo dopo aver avuto in mano per mesi (lopzione scade il 9 agosto) un precontratto con il finlandese? Difficilmente Raikkonen si farà spaventare dalla prospettiva che Schumi, gasato da questa seconda parte di mondiale, decida di proseguire ancora un anno. Kimi non teme Michael in pista e neppure fuori. Sa di essere il futuro su cui Maranello vuole investire, sa che non sarebbe mai un comprimario. Patti chiari e amicizia lunga. E lo sa anche la Rossa che, come anticipato dal Giornale in occasione del Gp del Canada, da tempo si è organizzata.
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