La storia di Beppe Grillo ha fatto spuntare sotto lalbero di Archimede una nuova genìa della politica italiana: il maleducato di sinistra. Sublime risarcimento. Ma che dici - già si sentono le critiche - gli italiani sono cafoni bipartisan. Non è vero. Fino a oggi abbiamo convissuto, quelli di sinistra con un malcelato senso di soddisfazione mascherato col cerone del senso civico, quegli altri con quel pizzico di senso di inferiorità che fa sentire luomo di destra contemporaneo come un abusivo della politica, con lidea che il becerume e il burinismo fossero effetti collaterali - dolorosi e inevitabili - di un centrodestra un po' sgangherato e con la vita bassa, che per prendere voti si attacca agli istinti più rozzi del popolo italiano. Panza e fisco, nulla di più.
Lidea delle «due Italie», una colta ed educata contro una grezza e popolana, è quella sempreverde offerta 11 anni fa da Paolo Virzì in «Ferie dagosto»: da una parte la famigliola di sinistra capeggiata dal giornalista che legge poesie e vive senza luce, dallaltra la famiglia di destra guidata dal macellaio che la prima cosa che fa quando arriva a Ventotene è montarsi la parabola sul tetto di casa. Dieci anni dopo ci ha pensato limperdibile Giorgio Bocca a ricordarci cosa ha combinato il Cavaliere a questa povera patria: «Grazie a lui la destra emersa è brutta, ignorante, cafona». LItalia billionairizzata e velinara, lItalia che si spancia per le maschere del Bagaglino e fa la fila per i vanzineschi film di Natale, lItalia della rude razza padana che porta i barbari in Parlamento. Eccetera eccetera: unItalia di cacca, volgare e populista insomma, a cui contrapporre unaltra fetta di paese, purtroppo sempre minoritaria e purtroppo un po' schifata, che va in libreria con le scarpine di Giovanna Melandri e quando parla inarca le labbra a beccuccio come Barbara Pollastrini.
Un Paese di sinistra tanto civile, tanto sereno, tanto educato, che parla a bassa voce. Eh no cari signori, e adesso con questo «V-Day» come la mettiamo? Come la mettiamo con i simpatici personaggi che stavano a piazza Maggiore, quelli che dardeggiano sui blog e nei Metup, i grillini che Andrea Romano sè permesso di criticare e gli hanno sommerso la casella email di improperi di ogni genere? Non lo diciamo noi, lo dicono i rabdomanti dellopinione pubblica che appresso al tribuno genovese non corre tanto e solo il famigerato popolo bove, stadiarolo e briatorio, ma perlopiù un pezzo di Paese con il titolo di studio elevato, dove ci trovi i tecnici e i dirigenti e gli «intellettuali» che votano in maggioranza per il centrosinistra. E soprattutto per la sinistra. Ahia, votano a sinistra questi volgarotti del «nuovo rinascimento fatto dagli italiani», forcaioli più dei cappi leghisti. Questi qui che alzano i toni dello scontro e sputano sulla politica mitragliate di parolacce. Questi qui che gridano, e gridano non più frasi morettianamente sofisticate tipo «Con questi qui non vinceremo mai» ma sbraitano quel «vaffanculooooo» che ti fa saltare le tonsille e scarica ladrenalina nellurlo liberatorio.
Un po' come quando in caserma si faceva la gara del rutto libero. Solo che qui non eravamo in caserma e nemmeno nella Casa delle libertà ma a piazza Maggiore, nel cuore civile della sinistra italiana diffusa che si riscopre un tantino più popolaresca e un bel po' più maleducata. Ora che il comico-re sè denudato da solo rivelandoci che il suo grillo per la testa è la politica e ha chiamato a raccolta i grillini per fare le V-liste civiche nel rispetto dellautonomia territoriale, si può pensare che, così, tanto per tenere alta la tensione morale, in nome del diritto allo sberleffo, del federalismo vocale e del dovere della distinzione rispetto ai vecchi nomi di partito le liste si chiameranno «Lista mortacci tua» a Roma, «Lista vai in mona» nel Trevigiano, «Lista capdtrimone» a Bari, «Lista chitè murt» in Campania, «Lista ciapala-là» in Brianza, «Lista belin duna lista» in terra genovese. Punto uno del programma: vogliono mettere linceneritore? Vaffanculo.
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