L'ascesa di Lady Diana Spencer è stata un fenomeno senza precedenti. Da maestra alla Young England Kindergarten di Pimlico, Londra, a icona globale. Nel giro di pochi anni Lady D ha catturato l'attenzione del mondo con la sua grazia e umanità.
La sua storia è stata un mix travolgente di glamour, amore e tragedia, culminata in una fine prematura che ha scosso il mondo intero. La prima parte della sesta e ultima stagione di The Crown, ora su Netflix, ruota attorno agli ultimi anni di una delle donne più celebrate e ricordate della storia contemporanea. L'interpretazione di Elizabeth Debicki (Il Grande Gatsby, Tenet), già presente nella quinta stagione, è talmente vicina alla vera Diana da lasciare a bocca aperta. «A essere onesta, quando ho letto il copione per la prima volta sono rimasta devastata. confida l'attrice australiana, in un tono di voce e un accento molto simili a quelli della ex Princess of Wales È stata un'esperienza insolita e impegnativa. Ho accettato questa responsabilità, l'ho accolta nel mio cuore e nella mia anima. Il copione era stupendo e io mi sono lasciata guidare, ho sentito profondamente il peso di quello che stavamo facendo».
Come nelle stagioni precedenti, la storia di The Crown non si discosta molto dagli eventi reali che rappresenta sullo schermo. Ciò che accadrà nella sesta stagione, inclusa la morte nel 1997 della Principessa Diana, in un incidente d'auto a Parigi insieme all'imprenditore egiziano Dodi Al Fayed, non costituisce esattamente uno spoiler. Dove lo show brilla particolarmente è nel mostrare al pubblico luoghi e retroscena mai visti legati alla famiglia reale inglese, cercando anche di raccontare l'interiorità dei protagonisti. La sesta stagione comincia durante la prima estate dopo il divorzio fra Diana e il Principe Carlo. Mentre lui corre fra le braccia dell'amata Camilla, Diana viene corteggiata dalla famiglia Fayed, che la invita a bordo di uno yacht nel sud della Francia. La pressione dei paparazzi, al costante inseguimento della nuova coppia da rotocalco, tanto da arrivare a contribuire all'incidente mortale, costringe i due a una continua fuga. «Per me e Kalid Abdhalla (Il Cacciatore di Aquiloni), che porta in scena Dodi, è stato un percorso impegnativo spiega la Debicki sapevamo da subito dove sarebbe finita la storia. Da attori questo ci ha permesso di vivere a fondo la gioia dei momenti sereni che avevamo insieme. Abbiamo lavorato molto in Francia e sul Mediterraneo, una parte davvero meravigliosa del mondo. Godere di quella felicità era nostro dovere, tanto quanto affrontare la piega drammatica che la loro relazione prenderà con il passare delle puntate».
Fra gli altri personaggi di questa stagione finale è impossibile non citare la Regina Elisabetta II. Imelda Staunton (Shakespeare In Love), che l'aveva interpretata anche nella quinta stagione, si è trovata in una situazione particolarmente difficile: «È stato piuttosto impegnativo, a dire il vero racconta l'attrice nata a Londra il 9 gennaio del 1956 - abbiamo iniziato le riprese e poco dopo, la Regina è morta. Abbiamo continuato con la stessa dignità e grazia con cui abbiamo lavorato al resto di The Crown ma, ovviamente, c'era un clima molto diverso nel mondo, in Inghilterra e ancora di più attorno a The Crown. Non potevamo fermarci ma eravamo tutti un po' tristi. Penso che in realtà questo ci abbia dato ancora più determinazione. Il materiale era già scritto ma non c'è dubbio che per noi sia stato tutto diverso».
Il Principe Carlo ha il volto di Dominic West (300, Chicago) che si è trovato a interpretare l'attuale Re d'Inghilterra in uno dei momenti più bui: «Forse questo è stato il periodo peggiore della vita di Charles, perché oltre a dover elaborare la morte della donna che gli ha dato due figli, deve dare la notizia ai ragazzi, guidarli in quella difficile fase. Ci saranno scene struggenti e parecchie lacrime per lui.
Poi per fortuna, le cose miglioreranno, quando sposerà la sua Camilla. Il matrimonio migliore della sua vita. Girare quella scena è stato incredibile, nella Cattedrale di York Minster, con cinquecento comparse che si inchinavano davanti a noi».
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