Toro sotto tiro: scommesse, minacce e pugni

La procura federale deciderà se aprire un’inchiesta sulle voci che coinvolgono 5 tesserati per la partita col Crotone. Alla festa di compleanno di Di Michele squadra aggredita dai tifosi: «È stato vero teppismo con promesse di morte»

Toro sotto tiro: scommesse, minacce e pugni

Torino - Tanto per cambiare, il Toro è nell'occhio del ciclone. Per quanto (non) è riuscito finora a combinare sul campo e per le voci che si sono accavallate fin da mercoledì notte circa scommesse effettuate da alcuni suoi tesserati (cinque, pare) e relative alla partita persa in casa (1-2) contro il Crotone lo scorso 28 novembre. «Sono tutte accuse infondate, non è stata aperta alcuna inchiesta», ha detto il presidente Cairo nel pomeriggio, dopo essere rimasto due ore a colloquio con la squadra. «Di Michele (che nel 2007 ha dovuto scontare una squalifica dovuta proprio al gioco, ndr) smentisce categoricamente di avere scommesso, così come gli altri giocatori. Dietro a tutto questo c'è un piano per destabilizzare il Torino: ho anche qualche sospetto su chi ci sia dietro ma, senza prove, preferisco non parlare».

Un disastro, insomma. Con la squadra sprofondata a metà della classifica di serie B, il ds Rino Foschi appena dimessosi e Cairo che non sa più che pesci prendere: dal settembre 2005 ha cambiato sette direttori sportivi - adesso è in sella Gianluca Petrachi, colui che l'allora presidente Calleri volle in cambio di Christian Vieri - e otto guide tecniche. Beretta, che ha sostituito Colantuono dopo il ko contro il Crotone, ha già chiesto di fare piazza pulita: «C'è da resettare tutto», ha ammesso. Petrachi farà il possibile: «Ci sono margini per ripartire, il tutti contro tutti non fa bene a nessuno. Ci sono problemi in spogliatoio, ma non posso far arrivare ventidue giocatori nuovi".

Nel frattempo, la squadra è "terrorizzata". Mercoledì sera, in un ristorante della collina torinese dove Di Michele stava festeggiando il 34esimo compleanno, un gruppo di tifosi ha aggredito i giocatori presenti (oltre al festeggiato, Pisano, Pratali, Ogbonna, Rubin, Colombo, Bianchi, Diana, Zanetti e Loviso) e le rispettive famiglie. Teppismo allo stato puro, «con tanto di minacce di morte», ha detto Di Michele. «L'aggressione ha peggiorato la situazione - ha detto Petrachi -. Il gestore del locale ha chiamato la polizia dopo che ci sono stati pugni e spintoni. Ho chiesto a Cairo un team manager e altre due figure dirigenziali, non soldi per il mercato. Di Michele? Giusto che cambi aria, se lo desidera». Per il momento, il capitano ha letto un comunicato in sala stampa in cui, dopo avere invitato a «isolare gli pseudotifosi», ha fatto presente che «la squadra sta valutando la possibilità di dare un segnale forte per stigmatizzare l'aggressione». Potrebbe per esempio chiedere di non giocare la partita di sabato contro il Cittadella, ma al momento è solo un'ipotesi.

Il tutto mentre Cairo continua a sostenere che sulla vicenda scommesse «non c'è l'apertura di un'inchiesta formale e, se ciò avverrà, sarà solo perchè i media hanno dato risalto a questa storia ma non perché ci siano dei sospetti. E un conto sarebbe aprirla perché si hanno elementi concreti, un altro quasi per compiacere la stampa. Ripeto: c'è un assurdo clima da caccia alle streghe. Capisco ci sia delusione, ma non si può arrivare a queste situazioni». Oggi, in ogni caso, se ne saprà di più: ieri la Procura federale ha aperto un fascicolo inserendovi gli articoli di giornale di ieri e il video della partita contro il Crotone, ovviamente zeppo di tutti gli errori granata che i bisbigli di queste ore vorrebbero dolosi.

Oggi Stefano Palazzi, procuratore capo, presiederà un vertice al cui termine deciderà se aprire un'inchiesta o archiviare il tutto.

Si è anche appreso che la Federcalcio non ha ancora chiesto ai Monopoli se si sono registrati strani flussi di denaro sulle scommesse legate alla partita in questione: se succederà nelle prossime ore, per alcuni giocatori del Toro si metterà male.

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