Toti "dimesso" dalla Procura dopo tre mesi di gogna e intercettazioni durate anni

Il caso Liguria resta un esempio di scuola di come un governo regionale possa venire azzerato da un'inchiesta giudiziaria

Toti "dimesso" dalla Procura dopo tre mesi di gogna e intercettazioni durate anni
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Con una conferenza stampa dopo il via libera al patteggiamento di Giovanni Toti, la Procura di Genova ha voluto rivendicare di aver tenuto «un profilo basso, discreto, rispettoso della presunzione di innocenza e della legge». Resta un'inchiesta che ha sollevato critiche per la custodia cautelare a cui è stato sottoposto Toti per tre mesi, per i tre anni di intercettazioni e per alcune coincidenze temporali che hanno consentito all'opposizione di soffiare sul fuoco dell'inchiesta giudiziaria che ha trascinato la Liguria al voto. Si ricorderà come proprio nel giorno della manifestazione del «campo largo» riunito sotto la Regione - presenti Schelin, Conte, Bonelli e Fratoianni - per chiedere le dimissioni di Toti, la Procura gli notificava nuove contestazioni di finanziamento illecito ai partiti. Si ricorderanno gli arresti in piena campagna elettorale per le europee. Per i magistrati non c'erano alternative vista la «pericolosità» di Toti. Si ricorderà anche come, a elezioni concluse, veniva considerato ugualmente pericoloso e rimaneva recluso. E si ricorderà infine come secondo il Tribunale del Riesame Toti non meritava la libertà vista la sua «personalissima convinzione» di aver agito «per il bene comune». Visto che insomma, si ostinava a proclamarsi innocente. Un giurista del calibro di Sabino Cassese aveva invitato i giudici a un bilanciamento tra indagini e rispetto del mandato popolare.

Il suo parere, depositato dalla difesa, liquidato senza nemmeno essere preso in considerazione. È finita come era apparso chiaro dall'inizio, con le dimissioni. Resta un esempio di scuola di come un governo regionale possa venire azzerato da un'inchiesta giudiziaria.

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