Un tour storico da Parigi a Milano lungo la strada del Sempione

Nel 1806 il «passo» napoleonico e nel 1906 l’apertura del traforo: un libro dedicato alla celebre via

Il libro strenna che i milanesi doc aspettavano - presentato alla Società del Giardino da Ferruccio De Bortoli, la sovraintendente Carla Di Francesco, Roberta Cordani e Nicola Partipilo -, il volume Milano verso il Sempione (Edizioni Celip, pagg. 494, euro 125), è un vero atto d’amore per la Lombardia e in particolare per il suo capoluogo, a partire dal simbolo dell’Arco della Pace del Cagnola che sta a indicare la città di Napoleone, del Romantismo e infine della belle époque.
In sostanza si tratta della storia dell’arte del paesaggio corredata da splendide immagini contemporanee di Mario De Biasi, Piatti, Pietro Orlandi e Fulvio Roiter che ben si accompagnano a immagini storiche, dipinti, piantine geografiche, opere di Rosaspina, Appiani, Canonica, Lampugnani, Carcano, Lory, Pozzi, incisioni sette e ottocentesche con il Duomo, l’Arena, il Castello Sforzesco e poi ancora stampe della Raccolta Bertarelli, manifesti delle Esposizioni Internazionali del Novecento, cartoline color seppia e bianco e nero, rifugi e ospizi delle Alpi disegnati o immortalati da macchine a soffietto. Pagine dedicate a uomini che hanno fatto il Sempione, il traforo che ci ha uniti all’Europa e che ha fatto di Milano e della Lombardia la capitale economica e culturale di un’epoca che è durata più di un secolo.
È come trovarsi sul set di un film dove la modernità e il progresso sono alle porte mentre i lavoratori del tunnel del Sempione scavano ignari dei cambiamenti di vita di intere nazioni. Claudio Salsi, Ornella Selvafolta, Margherita Angelus, Carlo Bertelli, Ernesto Brivio, Paolo Pizzigoni, Giorgio e Paola Vozza, Antonio Zavaglia, Giulio Melzi D’Eril, Alberto Veca, Roberto Corbani, Dario e Elena Cova, Orio Vergani e Gianni Verga - solo per citare alcuni autori dei saggi raccolti nel volume - ripercorrono una strada storica che va dal cuore di Milano alle Alpi; nello spirito del tempo della città napoleonica e della grande Esposizione milanese del 1906 - cent’anni fa - che celebra al Sempione il Traforo ferroviario; il cammino delle grandi industrie in Italia va di pari passo al mutare del panorama del paesaggio. Dallo spirito della Commissione Pubblica dell’Ornato si è poi passati alla grande Milano dell’architetto Luca Beltrami, al quale la città da lui ricostruita ha reso omaggio soltanto con una bella mostra alla Triennale allestita dall’architetto Marco Albini e una scuola in Piazza Mentana, un fiore all’occhiello tra storia, memoria e nuovo modo d’istruire.
La strada voluta da Napoleone per il passaggio di truppe e cannoni attraverso il passo del Sempione fu resa carreggiabile nel 1806 - esattamente due secoli fa - e l’asse scelto fu quello verso il Castello e il Duomo con l’Arco della Pace che tagliava in due Corso Sempione e Foro Bonaparte; vi avevano lavorato valenti tecnici e ingegneri dell’Ecole des Ponts et Chaussèes. Già nel 1809 esce una guida sullo stile di quelle del Touring Club scritta a Ginevra. Il Gran Tour aveva aperto sentieri immaginari con letterati e pensatori, ma già nel primo decennio dell’800 era percorribile da tutti e con tutti i mezzi incluso il Simplon Orient-Express. Il Lago Maggiore, d’Orta, le isole, le Montagne i Sacri Monti e le principali città bagnate dai nostri meravigliosi fiumi diventano la meta del nuovo turismo, forse con un gusto meno raffinato del viaggiatore di una volta.


«Il Sempione è magnifico come natura e come arte, sia Dio sia l’uomo vi hanno compiuto meraviglie, per non dire del Diavolo il quale deve avere certamente messo una mano, o meglio uno zoccolo in certe rupi e burroni tra i quali e sopra i quali passa la strada», scriveva Lord Byron nel 1816. Mentre secondo Leopardi il cambio delle stagioni veniva attribuito al cambio dei boschi del Sempione, ma per tutti i lombardi, quel vento fresco avrebbe ringiovanito la città.

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