Il business dei rifiuti veniva prima della legge. E dellinteresse dei cittadini. Il business dei rifiuti valeva un giro daffari illecito di 5 milioni di euro e si alimentava grazie a complicità istituzionali e a un sistema molto semplice: il prodotto non veniva stoccato dove previsto dalle autorizzazioni, ma dove conveniva agli imprenditori. Ora, dopo una giornata di perquisizioni che hanno toccato anche la Regione e la Provincia, in quattro sono agli arresti domiciliari: Salvatore Fiorentino, il figlio Stefano e il nipote Fabrizio Rotrinquenz, titolari del gruppo Select; il quarto è Adriano Vignali, vicepresidente dellOsservatorio rifiuti del ministero dellAmbiente ed ex dirigente della Regione Lombardia. Sarebbe stato lui a concedere permessi e autorizzazioni non dovuti.
Linchiesta della Polizia provinciale di Milano e del Corpo forestale dello Stato mira in alto e lambisce il Pirellone: lassessore alle Reti e ai servizi di pubblica utilità Maurizio Bernardo, ex coordinatore cittadino di Fi, è indagato per corruzione, altre otto persone sono sotto inchiesta. E il gip Giorgio Barbuto parla di «unorganizzazione sistematica» le cui «modalità operative dimostrano una spiccata indole criminale sia come impostazione di uomini e di mezzi, sia come falsificazione documentale per ottenere autorizzazioni, partecipare a gare dappalto e sia per il potere di infltrazione nella pubblica ammnistrazione, con atti di appurata corruzione». Il gruppo Select disponeva di tre impianti a Melzo, Segrate e Milano in via Frigia. Al centro dellindagine il sito di Melzo: da febbraio sarebbe stato utilizzato solo sulla carta, come destinazione «ufficiale» di rifiuti che in realtà finivano in via Frigia, in un quartiere residenziale a pochi passi da una scuola elementare. In via Frigia arrivavano pure i rifiuti formalmente indirizzati al sito di Segrate, in parte poi smaltiti illegalmente allestero, probabilmente in Germania. Secondo la polizia giudiziaria che ha ribattezzato lindagine «Gioco delle tre carte», esisteva un giro vorticoso e incontrollato di rifiuti. Non solo: secondo il gip, la Select era anche riuscita ad ottenere «contributi pubblici per il rimborso di 220mila chili di rifiuti non trattati ma provenienti da altri produttori». Per il giudice lorganizzazione era «una ragnatela ben strutturata», al punto che ai cancelli di via Frigia era stato piazzato perfino un «palo»: il suo scopo era sorvegliare e prevenire «eventuali controlli della polizia» e dirottare altrove i camion abusivi.
Di qui la contestazione di una sfilza di reati: traffico illecito di rifiuti, corruzione, truffa e falso in atto pubblico. Secondo laccusa, Vignali avrebbe agito addirittura come «operatore di fatto nella gestione dei rifiuti per conto della Select», mettendo da parte il suo ruolo pubblico; Bernardo, invece, viene chiamato in causa come «superiore gerarchico di Vignali». Insomma, spetta alla Regione lautorizzazione alla gestione dei rifiuti. Ma, contro Bernardo ci sarebbe anche un assegno, dallimporto in verità assai modesto: 5mila euro, pagato dalla moglie di uno degli imprenditori arrestati. E il gip delinea un vasto scenario di malaffare sullo sfondo del palcoscenico istituzionale: «Non sono mancati gli intrecci con soggetti pubblici al fine di intercedere con lassessore Bernardo... per regolarizzare le ditte facenti capo a Salvatore Fiorentino... e intercedere con altri pubblici amministratori... per far sì che i controlli fossero pilotati non venissero effettuati».
Bernardo riceve linformazione di garanzia mentre è in partenza per la Cina: «Ho rimandato la partenza per la missione - spiega - mettendomi a disposizione degli inquirenti e disponendo lapertura della mia casa e della mia segreteria, dove non è stato trovato nulla». Bernardo rivendica anzi il merito di aver stabilito già da alcuni anni una forma di collaborazione con i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico, proprio per garantire la massima trasparenza nel trasporto allestero dei rifiuti. E, prima di partire, promette: «Mi presenterò spontaneamente al Pm per ogni chiarimento».
Bruno Dapei, capogruppo di Fi in Provincia si dice «certo dellestraneità di Bernardo a qualunque episodio criminale» e Manfredi Palmeri, capogruppo azzurro a Palazzo Marino nota come «alla conferenza stampa di presentazione degli arresti abbia partecipato, non si sa a quale titolo, lassessore alla Caccia e pesca della giunta Penati». Per Legambiente, invece, «il traffico illecito di rifiuti è ormai una ragnatela che avvolge tutto il Paese». E il verde Carlo Monguzzi parla di «deregulation nel settore».
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