Chi di Onda ferisce di Onda perisce. È il contrappasso dei girotondini: gira che rigira alla fine ti accorgi che cè qualcuno, ancora più esagitato, che ti sta facendo il girotondo attorno. E a quel punto, la libertà di espressione ti piace un po di meno. Prendete una come Sabina Guzzanti. Ha cavalcato lOnda al punto che ancora un po ci annega dentro. Lei è una tosta, famosa per andarci giù pesante. Ma le sue invettive sono arte, finezze umoristiche, mica roba becera. Al Papa ha gentilmente augurato di «finire allInferno, tormentato da dei diavoloni, frocioni, molto attivisti, poco passivisti». Un sonetto del Petrarca. Anche per le donne del governo ha composto una deliziosa canzonetta: «Osteria delle ministre/ para ponzi ponzi po/ le ministre son maestre/ para ponzi ponzi pa/ e se a letto sono un portento/ figuriamoci in Parlamento/ dammela a me...» e via cantando. Tutte perle di satira, e chi si risente è nemico della libertà di espressione, come in ogni paese totalitario che si rispetti.
Ecco: ma se succedesse il contrario? Se la Guzzanti finisse vittima del suo stesso guzzantismo? Toh, è successo per davvero. A Senigallia gli studenti di un centro sociale (il nome è tutto un programma: Mezza Canaja) hanno invertito le parti. Sabina era lì per il suo spettacolo, Vilipendio, sulla satira imbavagliata dal regime. Loro dovevano leggere un comunicato contro la Gelmini prima dello show, ma qualcosa è andato storto. Non cera tempo, potevano parlare dopo, dice lei. Eravamo daccordo con voi che avremmo parlato prima, dicono loro. Fatto sta che alla fine gli studenti anti-Gelmini (quindi daccordo su tutto con la Guzzanti) non hanno parlato nè prima nè dopo e perciò, da buoni guzzantini, si sono incazzati come delle bisce. Hanno forzato il cordone allingresso e sono entrati con gli striscioni in teatro, prendendosela contro il regime che li aveva tenuti fuori. Magicamente i ruoli si sono invertiti, e la Guzzanti - da contestatrice - si è ritrovata nei panni più scomodi della contestata. E che ha fatto? Facile, ha contestato i suoi contestatori.
Sul suo blog ha scritto un commento contro gli studenti, acido come uno yoghurt andato a male. Siete «meschini e scoordinati», scrive la Guzzanti degli studenti (e insegnanti) del collettivo, insinuando anche improbabili scenari dietrologici: «Ho il forte sospetto che qualcuno abbia freddamente deciso di guadagnarsi un po di spazio sui giornali con unoperazione (lapostrofo nel blog di Sabina non cera, ce lo mettiamo noi, ndr) di puro sciacallaggio» (risposta del centro sociale sul loro sito: «Per questioni di stile evitiamo ogni tipo di commento»). Curioso, la stessa tecnica dietrologica che lei rimprovera alla «stampa di regime» contro il popolo dei girotondi. Il ribaltamento è completo. Capita a chi per professione fa lagitatore di masse. Prima o poi finisci dallaltra parte e allora la contestazione non sembra più un atto di libertà, ma il fastidioso delirio di una manica di «meschini» e per giunta «scoordinati».
È capitato anche a Beppe Grillo, e chi lavrebbe mai detto. Avrà pensato che stessero sbagliando, che lavessero scambiato per qualcun altro quando a Bologna (città del V-day) i contestatori anti-Gelmini gli hanno riservato unaccoglienza che nemmeno Ciriaco De Mita al Vaffa Day avrebbe avuto. Era andato lì per unirsi al corteo contro la legge 133 ma è successo che i grillini (come il computer Hal 9000 nel film di Kubrick) si sono rivoltati contro il loro inventore. Dalle file dei manifestanti sono partiti fischi e grida: «Buffone!», «Vattene, non vogliamo primedonne!», uno degli organizzatori lo ha invitato ad alzare i tacchi e Grillo per tutta risposta gli ha dato del «maresciallo», che per un contestatore di piazza è come dare dellomosessuale a Rocco Siffredi. Poi Beppe Grillo spiegherà il pasticcio come un «errore di comunicazione» da parte dei grillini. Sarà. Ma forse lha sbagliata più lui, la comunicazione.
Scene di ordinaria follia nellagitato mondo degli agitatori. A Nanni Moretti, forse linventore dei girotondi, stava per succedere la stessa cosa. Basta poco, e da girotondini ci si trasforma in «girotondati». Fino a pochi giorni fa Moretti (si è dimesso) era direttore del Film Festival di Torino. Lirruzione negli eventi importanti è la specialità dei contestatori e questo è successo in un cinema torinese, dove un collettivo voleva proseguire lassemblea sui problemi della scuola italiana anche dentro la sala, nonostante ci fosse la proiezione di un film del Festival.
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