Mentre gli effetti economici di quanto sta accadendo in Ucraina iniziano a farsi sentire anche sul portafoglio dei consumatori, anche le ricadute in termini di Finanza sostenibile non tarderanno ad arrivare, smuovendo in maniera significativa il mercato della FS.
Come evidenziato qualche giorno fa dall'Ansa, riportando i dati provenienti dalle analisi fatte da Bloomberg, il segmento finanziario sostenibile si trova, a livello globale, esposto rispetto alla Russia per almeno 8,3 miliardi di dollari e i dati potrebbero anche essere peggiori considerando che la multinazionale operativa nel settore dei mass media ha analizzato circa 300 fondi Esg su 4800 complessivi.
Si tratta di cifre enormi che rappresentano una questione estremamente importante sotto il profilo finanziario senza considerare gli effetti indiretti; difatti, come ricordato in un precedente articolo de IlGiornale.It, a favorire la crescita nel mercato della finanza sostenibile è il sussistere di un sistema geopolitico pacifico, in quanto ciò favorisce l'afflusso di "risorse all'economia, investimenti delle imprese, agende costruttive degli operatori in cerca di stabilità e profitto anche grazie ai settori di frontiera".
Questo periodo di crisi non agevola, dunque, né gli investimenti né gli eventuali utili; sul primo fronte, difatti, con le sanzioni attualmente imposte investire in asset provenienti dalla Russia potrebbe risultare poco attraente senza considerare che, con il blocco dal circuito swift, vi sarà un'ulteriore chiusura del mercato russo agli investitori.
Il sistema swift, difatti, è quello maggiormente usato nel sistema internazionale al fine di trasferire denaro e per questo motivo viene utilizzato come uno dei principali strumenti per sanzionare la Russia. Per aggirare questo ostacolo, come scritto dal Corriere della sera, la Russia starebbe pensando di accettare pagamenti in bitcoin le esportazioni di energie verso paesi amici, considerando che questo circuito rappresenterebbe un'alternativa proprio allo swift.
Gli effetti sulla Tassonomia
Sin dai primi giorni di scoppio della guerra numerosi Ong hanno richiesto a gran voce ai maggiori operatori finanziari al mondo di chiudere i rapporti di importazione di olio e gas russo così da bloccare un sistema finanziario vitale l'economia russa.
Ora la questione si è anche spostata sul tema della tassonomia di cui si è parlato in un precedente articolo de IlGiornale.It. Numerosi parlamentari europei, sulla spinta di quanto starebbe accedendo in Ucraina, avrebbero scritto alla Commissione di al fine di chiedere un ripensamento sull’attribuzione dell’etichetta green al gas per passare ad una categoria intermedia, definita con il colore ambra e che si rivolge alle attività non pienamente verdi.
E il nodo si allargherebbe anche alla S di sociale degli ESG con la Piattaforma europea sulla finanza sostenibile che nelle scorse settimane ha presentato un report sulla
tassonomia sociale, in cui propone una rivisitazione di quali siano effettivamente gli investimenti socialmente sostenibili, ma ci vorrà tempo prima che la Commissione Europea produca una bozza da discutere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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