Transizione energetica, attenzione alla sostenibilità e Pnrr possono spingere il manifatturiero italiano a mettersi completamente alle spalle la crisi del 2020 e i suoi impatti sistemici. Parola della principale banca italiana, Intesa Sanpaolo, e della maggiore società di consulenza strategica nazionale, Prometeia, che nel più recente Rapporto sul Manifatturiero realizzato congiuntamente hanno sottolineato l'importanza di questi fattori per l'economia nazionale.
In che modo ciò può avvenire? Essenzialmente su due fronti. In primo luogo, notano Intesa Sanpaolo e Prometeia, con un apporto indiretto: il manifatturiero italiano può beneficiare delle politiche di efficientamento energetico dal duplice impatto energetico e ambientale sotto forma di una riduzione dei costi e degli oneri. Ma, al tempo stesso, può conoscere con i programmi di transizione energetica finanziati dal Pnrr un nuovo rinascimento industriale aprendosi a nuovi settori. I target green fissati dall’Ue al 2030 sono molto ambiziosi e impongono un coinvolgimento a tutto campo dell'industria, sia per quanto riguarda i settori più tradizionali sia i settori più energivori o hard-to-abate. La società di consulenza e la banca nel loro report congiunto notano che "l’Italia può contare sulla presenza di una filiera italiana di componentistica" per i settori connessi alla transizione "già ben posizionata nel contesto europeo e nel commercio mondiale: nel 2020" e "ha compiuto enormi progressi nell’installazione di impianti rinnovabili, che coprono il 42,4% della produzione e il 38% dei consumi energetici nazionali".
Per il 2022, notano Intesa Sanpaolo e Prometeia, le prospettive di crescita dell'output manifatturiero al netto della pressione inflattiva saranno decisamente migliori per i settori alimentati dagli impulsi dal Pnrr e dagli investimenti già programmati per la transizione green e digitale: prodotti e materiali da costruzione (+5%), meccanica (+3,8%), elettrotecnica (+3,2%) ed elettronica (+2,4%), coinvolti nella doppia transizione energetica e digitale. Anche in un contesto che ha visto nel 2021 il manifatturiero italiano sfondare la quota record di 1.000 miliardi di euro di fatturato, esistono margini di crescita notevoli: Intesa Sanpaolo e Prometeia sono consce del fatto che "la domanda mondiale, superati i problemi di natura logistica alla base degli attuali ritardi lungo le catene globali del valore, continuerà a sostenere la performance del manifatturiero italiano", ad oggi costretto a dover navigare tra la Scilla dei rincari delle materie prime e la Cariddi della dipendenza da Paesi come Russia e Cina per le fonti di approvvigionamento, ma comunque in salute. In quest'ottica, al netto del contesto globale caotico "le esportazioni italiane di manufatti sono attese crescere a un ritmo medio annuo superiore al 3% nel 2023-26, a prezzi costanti, portando il saldo commerciale a sfiorare la soglia dei 120 miliardi di euro" complice il valore aggiunto dei prodotti legati alla transizione. Ad oggi "circa un quarto della produzione europea di moltiplicatori di velocità e oltre il 30% di quella di parti elettriche per macchine (componenti chiave degli impianti per rinnovabili) è stata realizzata nel nostro Paese" e il trend è in crescita. Pompe di calore, macchinari per l'industria ad alto tasso di digitalizzazione e maggior efficienza energetica, materiali innovativi per l'edilizia e l'industria sono solo alcuni dei prodotti che possono proiettare il manifatturiero italiano nel mondo nell'era della transizione.
In attesa, poi, che si sviluppi completamente la catena del valore delle nuove infrastrutture energetiche, idrogeno in testa, in cui la tecnologia e la manifattura italiana possono giocare un ruolo vitale. L'Italia ha la possibilità di giocare un ruolo al crocevia tra manifattura, transizione ed efficienza promuovendo col suo sistema imprenditoriale e innovativo tecnologie che migliorino programmaticamente il monitoraggio sui metodi della produzione e della distribuzione dell’energia e delle altre risorse ambientali con un'ottica orientata all'industria. Portando a un nuovo livello il motto di Carlo Cipolla secondo cui l'Italia è la patria dei manufatti "che piacciono al mondo, prodotti all'ombra dei campanili". Ora, soprattutto per l'Italia, la sfida sarà mantenere quella posizione di primo piano nella cultura e nelle maestranze di estrema specializzazione unendola alla cultura dell'innovazione e dell'efficienza. Nella consapevolezza che nel mondo della doppia transizione il Made in Italy si trova diu fronte a una sfida cruciale, dato che essere il modello da imitare vale ancor più che nel passato.
Per l'Italia la ricerca dell'efficienza energetica e l'ibridazione tra cultura manifatturiera e vocazione innovativa devono essere uno dei driverdello sviluppo del futuro. A cui il Pnrr e lo Stato possono dare una spinta decisiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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