La Regione si interroga sul calo dei trapianti, evidente in questultimo anno. Nel 2007 ne sono stati fatti 644, nel 2008 580, ossia 64 in meno. Gli addetti ai lavori hanno spiegato che il delicato sistema donazioni-trapianti si è inceppato per almeno una ventina di cause. «Una delle principali è il tracollo delle segnalazioni che dovrebbero partire dai reparti di rianimazione degli ospedali, su questo aspetto rispetto alle altre regioni siamo in coda» riflette il coordinatore regionale Cristiano Martini. Le rianimazioni in Lombardia sono 80, di queste 15 sono neurorianimazioni. Lanno scorso sono arrivate 259 segnalazioni, lanno prima 294 ma ci sono ospedali che non ne hanno mai fatta una. «In una regione come la nostra che ha la popolazione e la complessità di una nazione, le segnalazioni dovrebbero essere il doppio» stima il coordinatore. Da qui la proposta dellassessore Luciano Bresciani di divulgare lattività degli ospedali «come se fosse una pagella» (i dati sono alla portata di tutti sul sito del Centro nazionale trapianti), si nota ad esempio che dal Niguarda sono partite 32 segnalazioni (lanno prima erano 45), seguono il Policlinico e il San Raffaele con 15, mentre sono a quota zero il San Carlo, il Buzzi, il Policlinico Icp, e altri come il San Paolo, il Sacco, il Pini e lHumanitas non compaiono nellelenco. Le opposizioni dei familiari sono cresciute rispetto al 2007 del 2,8 per cento ma non è stato certo questo a determinare la flessione (anche perché in Lombardia i rifiuti sono tra i più bassi dItalia dopo Veneto e Umbria).
Altro aspetto: i reparti di rianimazione lombardi sono sempre affollati anche da pazienti di altre regioni, «qui si affrontano operazioni chirurgiche deccellenza che un tempo non si facevano. Paradossalmente la qualità chirurgica va a scapito della quantità dei trapianti»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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