Gian Micalessin
Condoleezza Rice allimprovviso cambia opinione. Il segretario di Stato americano, inizialmente assai scettico sui negoziati con Teheran sulla questione irachena, sembra ora quasi ansioso diniziare. «Gli incontri ci saranno, ne sono certa, e partiranno al momento opportuno», ha detto la Rice. Lannuncio dimminenti trattative è preceduto dalle indiscrezioni, rilanciate da un sito dintelligence israeliano, secondo cui alcuni incontri preliminari sarebbero in corso in un piccolo albergo di Zurigo affittato dallambasciata americana in Svizzera. Secondo le indiscrezioni, agli incontri preliminari partecipano quattro funzionari americani, quasi tutti ex agenti di alto livello Cia, e cinque fedelissimi di Alì Larijani, presidente del Consiglio di sicurezza iraniano.
Il cambio di rotta della Rice sarebbe anche la conseguenza dellimbarazzante stallo registrato al Consiglio di sicurezza, dove Russia e Cina si rifiutano di votare una risoluzione-ultimatum per imporre a Teheran limmediata sospensione di tutte le attività nucleari. Una preoccupata Rice ha chiamato ieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov chiedendo la ripresa immediata dei colloqui per la ricerca di una posizione comune. Stephen Rademaker, consigliere della segreteria di Stato in tema di sicurezza e non proliferazione, ritiene però improbabile un accordo a breve termine.
A rendere tutto più difficile contribuisce il sospetto russo che gli americani utilizzino le risoluzioni del Consiglio di sicurezza per legittimare in seguito un intervento militare contro Teheran. «Nessuno al momento può anticipare se il Consiglio di sicurezza riuscirà ad assumere una posizione decisa», ha dichiarato Rademaker.
Lincapacità americana di far convergere le cinque potenze con diritto di veto intorno a una posizione comune regala tempo e opportunità a Teheran, che annuncia, per bocca del suo presidente Mahmoud Ahmadinejad, di essere pronta a raggiungere entro un anno i suoi obbiettivi nel campo dellenergia atomica. «I nemici usano la loro propaganda per fermare i nostri progressi», ha detto ieri Ahmadinejad, «ma Dio permettendo entro questanno la Repubblica islamica avrà totale accesso allutilizzo dellenergia nucleare per scopi pacifici».
Il reiterato richiamo allutilizzo del nucleare per scopi esclusivamente civili non tranquillizza i funzionari dellAgenzia dellEnergia atomica internazionale. Stando al Los Angeles Times, gli esperti dellagenzia hanno presentato unallarmante relazione ai diplomatici del Consiglio di sicurezza chiamati a discutere il caso iraniano. Secondo la relazione dellAiea, basata sui rapporti degli ispettori presenti a Teheran, i ricercatori iraniani del centro di Natanz sono pronti ad avviare i primi esperimenti per larricchimento delluranio. Se la sperimentazione procederà senza intoppi, gli iraniani potrebbero arrivare alla costruzione di un ordigno atomico in soli tre anni, contro gli oltre cinque stimati precedentemente. Un diplomatico non occidentale ha anche riferito che a Natanz sono praticamente conclusi i controlli agli allacciamenti di almeno 164 centrifughe già collegate a cascata. Una volta controllata lassenza di perdite, i tecnici entro due settimane immetteranno nelle condutture lesafluoruro di uranio destinato alla produzione di uranio arricchito. Secondo la stessa fonte diplomatica, il tentativo di procedere allallacciamento contemporaneo di molte centrifughe invece di avviare test preliminari su una catena più limitata è un segnale della fretta iraniana. I tecnici di Natanz si preparerebbero ad avviare, entro metà aprile, lallacciamento di sei catene da 164 centrifughe ciascuna. «Una volta fatta funzionare una centrifuga puoi farne funzionare 164 o anche molte di più», notava con tono allarmato linviato britannico allOnu Emyr Jones Parry, «raggiungere quel punto significa avere le conoscenze e le capacità per avviare procedura su larga scala... Se sei in grado di arricchire luranio al 7 per cento nulla timpedirà di raggiungere e superare i livelli dell80 per cento necessari a produrre un ordigno atomico».
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