Stefano Zurlo
da Milano
Le prime previsioni? Quindicimila detenuti in libertà. Sedicimila al massimo. Poi, nel corso dellestate, i numeri erano lievitati: diciassettemila, diciottomila e ancora su. Il 7 settembre il Dipartimento per lamministrazione penitenziaria annunciava che si era arrivati a quota ventunmila. Altre due settimane scarse e si raggiungeva il tornante dei ventitremila. Ventiduemilanovecentosessantanove, per la precisione, al 20 settembre. Oggi, in occasione della festa della polizia penitenziaria, il Ministro della giustizia dovrebbe fornire nuove stime, al rialzo.
Ecco i numeri dellindulto. Cifre che fanno a pugni con tutte le ipotesi dei mesi scorsi. Più di un terzo dei carcerati - 61.264 al 30 giugno - è già fuori e il flusso pare inarrestabile.
Hanno guadagnato la libertà 14.328 italiani e 8.641 stranieri. Non solo, a questi dati vanno sommati quelli che riguardano chi al primo agosto non era in cella, ma in detenzione domiciliare o affidato ai servizi sociali: è un altro piccolo esercito di 3.788 persone che si sono lasciate alle spalle pene e controlli. In tutto, dunque, lindulto aveva dato al 20 settembre una spinta a 27.757 persone. Ora saremmo al traguardo dei trentamila. E fatalmente aumenta il numero dei rientri: erano 340 al 7 settembre, sono raddoppiati in pochi giorni, fino a quota 652, di cui 363 italiani e 289 stranieri.
I giornali raccontano gli episodi di cronaca nera che hanno come protagonisti malviventi dal curriculum corposo passati per la porta larga dellindulto. A Napoli le forze dellordine ammanettano i pistoleri che a settembre avevano ferito un turista canadese. Si scopre che uno dei due era uscito grazie allindulto, così come due dei quattro killer delledicolante Salvatore Buglione, ucciso con una coltellata al cuore nel corso di un tentativo di rapina al Vomero un mese fa.
Da una villetta dellhinterland milanese arriva invece la storia di due pensionati aggrediti nel sonno da un giovane: il padrone di casa riesce a colpire il rapinatore che infine viene catturato. Anche lui era a spasso da pochi giorni grazie alla norma votata dal Parlamento questa estate. Il Guardasigilli Clemente Mastella difende la legge e a proposito dei fatti di Napoli dice: «Dare la colpa allindulto è francamente una cosa ipocrita. Siamo al di sotto del 2 per cento per quanto riguarda i recidivi, coloro i quali, cioè, usciti dalle carceri, hanno continuato a delinquere. È un risultato che se restasse in questi termini sarebbe da considerarsi eccezionale, anche se la quota si alzasse un po».
Non esistono al momento statistiche sulleventuale aumento dei reati legato allindulto. Certo, il provvedimento di clemenza ha rimesso in circolazione bande intere di delinquenti specializzati in questo o quel reato: a Milano, per esempio, una batteria di tredici topi dappartamento sudamericani che avevano firmato colpi da oltre centocinquantamila euro. E il bonus che garantisce uno sconto di tre anni «è una bomba a orologeria», come ha spiegato al Giornale lex Ministro della giustizia Roberto Castelli. La legge infatti copre i reati commessi fino al 2 maggio 2006, dunque riguarda anche moltissimi illeciti che devono ancora essere scoperti. Così nei prossimi anni si svolgeranno migliaia e migliaia di processi virtuali, perfettamente inutili per quel che riguarda una pena che non verrà mai scontata. Per questo motivo alcuni magistrati sono orientati a stabilire due corsie di marcia per i faldoni accumulati sulle loro scrivanie: furti, scippi e bancarotte avvenuti prima del 2 maggio scorso saranno esaminati, se ci saranno tempo ed energie, solo in un secondo momento.
Certo, i magistrati sono costretti sulla carta ad un lavoro senza risultati e per questo più una toga ha fatto notare che è insensato dare lindulto senza lamnistia.
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