Triennale, arriva il museo che non passa mai di moda

Nell autunno 2007 verrà inaugurato la galleria nazionale del Design italiano: la collezione cambierà di anno in anno

Marta Bravi

Milano capitale del design. Non più solo a parole, ma anche nei fatti. Stanno finalmente per partire, dopo 32 anni di attesa, i lavori per la costruzione del Museo Nazionale del Design Italiano, che verrà inaugurato nell’autunno 2007. In questi giorni la Sacaim, l’azienda che ha restaurato La Fenice, si è aggiudicata l’appalto per i lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza e climatizzazione del palazzo, su progetto di Michele De Lucchi. A settembre si aprirà il cantiere, che durerà 300 giorni, per un costo complessivo di 2 milioni e 700mila euro: i fondi del Lotto sbloccati dal Ministero per i beni per le attività culturali.
La curva al primo piano del palazzo della Triennale ospiterà dunque un museo nel museo: questa la prima difficoltà che De Lucchi ha dovuto affrontare. «La sfida - racconta l’architetto - è stata trovare la giusta distanza tra l’istituzione Triennale e l’istituzione Museo del Design. Il progetto prevede una veste architettonica, connotata da un’identità forte, per il museo, che si estenderà su una superficie di 2.000 metri quadri nella curva del primo piano. Ecco allora che la galleria avrà un ingresso inedito in una posizione inaspettata». Che significa un ponte sospeso che si lancia dalla scalinata per approdare al ballatoio di fronte. «Quando ho parlato per la prima volta a Renzo Piano della passerella - continua De Lucchi - è stato scettico, poi l’idea gli è piaciuta e l’ha disegnato con me. È stato un lavoro a quattro mani tanto che diciamo sempre che il progetto del ponte sarà firmato Michele Piano e Renzo De Lucchi».
Il museo si snoderà lungo un’unica grande sala, in uno spazio che sarà «il più versatile e contemporaneo possibile», per dirla con il progettista, proprio perché innovativo è il criterio espositivo. Per pensare e disegnare il percorso a settembre sarà aperto un concorso di idee su invito, cui parteciperanno 10 tra architetti, scenografi e artisti selezionatissimi. «L’obiettivo - spiega Davide Rampello, presidente della Triennale - è creare un legame tra il visitatore e il museo: la “condanna” dei musei del design, infatti, è che si visitano una volta sola, noi vogliamo che le persone abbiano un motivo per tornarci. La sfida che abbiamo lanciato all’estro e alla fantasia dei progettisti è creare un legame empatico».
Cambiamento, trasformazione, rilettura le parole chiave di Silvana Annicchiarico, conservatore della Collezione Permanente del Design Italiano e futuro direttore del museo. «Vogliamo un ambiente versatile - spiega - che permetta di costruire percorsi diversi di volta in volta perché un museo del design, per sua natura, non può essere uguale a se stesso, rispondendo al stesso tempo alle esigenze didattico esplicative, cioè la contestualizzazione dei pezzi esposti». Fil rouge dell’esposizione sarà il racconto del contesto social-economico, che girerà attorno alle icone del design, la Vespa, la Pininfarina, la Bialetti, tanto per far dei nomi, e che rappresentano punti di riferimento nella storia dell’industrial design.
La collezione permanente della Triennale, che vanta ben 1.000 pezzi, non è però sufficiente a raccontare una giornata di design: mostrare in un ideale percorso temporale che va dalla mattina alla sera, come la nostra vita sia stata rivoluzionata dal disegno industriale. Ecco allora che gli oggetti in mostra ruoteranno di anno in anno, permettendo di costruire racconti di volta in volta diversi, forti anche di un’esposizione teatralizzata e della possibilità di attingere a tutti i giacimenti e musei del design sparsi per il territorio italiano, che saranno messi in rete. Non saranno solo allestite postazioni informatiche per visitare virtualmente i giacimenti, il Museo del Design organizzerà vere e proprie visite guidate, con servizio navetta, nelle collezioni di tutta Italia.

Non è finita, la Triennale fa le cose in grande: collegato al Museo un laboratorio di restauro delle plastiche, minacciate da sfarinamento, e un «teatro» per la presentazione delle novità editoriali e aziendali, mentre nel salone d’onore, restaurato di fresco, si terranno convegni e seminari di ricerca.
Insomma Milano si prepara a diventare il vero cuore pulsante del design italiano, de iure e de facto.

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