Tronchetti: «Il dividendo resterà alto»

Crescono gli abbonati nella banda larga e nel mobile ma il piano triennale delude gli investitori: il titolo scende di oltre il 2%

Maddalena Camera

da Milano

Non basta aggiungere 800mila clienti nella telefonia mobile in soli due mesi raggiungendo quasi quota 30 milioni e avere il 72% del mercato in quella fissa (di cui 6 milioni di abbonati a banda larga) per accontentare gli analisti che ieri sono accorsi numerosi al Telecom Day per la presentazione di piani e strategie del colosso delle tlc per i prossimi tre anni. E anche se il debito si riduce al di sotto della soglia dei 40 miliardi grazie a dismissioni per circa 3,5 miliardi e agli utili generati da Tim che hanno permesso di distribuire ricchi dividendi (le Telecom risparmio rendono il 7% e quelle ordinarie il 5) il titolo ieri in borsa dopo due giorni al galoppo ha sofferto chiudendo con una perdita del 2,34%. Secondo gli analisti infatti gli obiettivi per il triennio 2006-2008 sono deludenti. «Il mercato si aspettava maggiori sinergie all’interno del gruppo - sostiene un operatore -. Inoltre non si fa riferimento a possibili aggregazioni con altri grandi gruppi e all’ingresso di soci forti».
Secondo qualcuno inoltre la società resta molto indebitata rispetto al dividendo che ha voluto distribuire e che si propone di continuare a dare anche in futuro. Un punto questo che il presidente Marco Tronchetti Provera, dopo una presentazione fiume, sua e dei suoi più diretti collaboratori, primo tra tutti l’amministratore delegato Riccardo Ruggiero, ha voluto sottolineare. «La redditività di Telecom nei prossimi anni sarà tale da sostenere dividendi almeno in linea con quelli del 2005 - ha detto Tronchetti -. Le risorse si genereranno dalla prosecuzione degli effetti positivi del matrimonio tra Tim e Telecom, con sinergie per 4 miliardi. Inoltre saranno effettuate dismissioni per un miliardo: immobili, la quota nella francese Neuf Telecom, l’operatore olandese Bbned e Digitel in Venezuela».
Su possibili contatti con partner esteri, come ad esempio Telefonica che sembrava interessata ad entrare nel capitale, Tronchetti ha specificato che non ce ne sono mai stati. Quanto al futuro il presidente è fiducioso. Dopo la fusione con Tim, la «nuova Telecom» continuerà a crescere, con un ritmo del 3-4% dei ricavi l’anno. Nel triennio il gruppo mira inoltre a mantenere ebit ed ebitda stabili sui livelli del 2005 mentre l’indebitamento finanziario netto a fine 2007 dovrebbe essere di circa 33,5 miliardi. Il buy back di azioni proprie per il controvalore di un miliardo sarà fatto ma solo su quelle di risparmio «perchè rendono di più», ha sottolineato Tronchetti.
Sul fronte della riduzione dell’organico i tagli sono modesti, almeno rispetto a quelli dei giganti d’oltralpe Deutsche Telekom e France Telecom: 2mila dipendenti di cui 200 dirigenti. Ma naturalmente la concorrenza non sta a guardare. Per questo Telecom è obbligata a fare ingenti investimenti: tra i 13 e i 14 miliardi di cui il 70% destinati all’innovazione e allo sviluppo. Con le tariffe telefoniche in discesa costante la società sta cercando di cambiare pelle.

«Venderemo servizi di informatica on demand, per questo abbiamo fatto un accordo con Microsoft - ha spiegato ancora Tronchetti - e pensiamo che nel 2008 rappresenteranno il 10% del nostro fatturato totale». E sulla gara Consip persa per i servizi di tlc alla pubblica amministrazione Tronchetti non drammatizza: «Il problema è di chi ha vinto vendendo servizi sottocosto».

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