Troppi buchi nella gang della Magliana

Troppi buchi nella gang della Magliana

Se ci sono film, come Romanzo criminale di Michele Placido, tratti da libri, ci sono anche libri citati nei film. E Romanzo criminale, versione cinematografica della fortunata biografia della banda della Magliana scritta da Giancarlo De Cataldo, caratterizza il Nero (Riccardo Scamarcio) più che con le parole dette, con le parole lette: nel Padiglione d'oro di Mishima, in Rivolta contro il mondo moderno di Evola. I film tratti da libri raramente ne rispettano il finale. Anche Placido altera quello di De Cataldo per imitarne uno di quelli cari a Michel Audiard per i film con Belmondo o Delon, in voga all'epoca d’oro della banda della Magliana (1977-1992). È coerente guardare a cineasti di destra per evocare banditi di destra, come il Nero, ucciso dopo avere sparato per strada, a Milano, a un banchiere (allusione al ferimento del vicepresidente del Banco Ambrosiano, Rosone).
Proprio a un altro crimine di sicari s'era ispirato Placido per il suo film migliore, Un eroe borghese (1995). Allora come oggi sono chiare ed encomiabili le intenzioni di Placido. Il problema è passare dal dire al fare. Comunque Romanzo criminale meritava più della Bestia nel cuore di partecipare a Venezia. Schiera infatti buoni attori: perfetto Pierfrancesco Favino; quasi perfetto Claudio Santamaria; corretto Kim Rossi Stuart; a dare il peggio di sé quando lo dirige Placido è solo Stefano Accorsi. Meno buone le attrici, soprattutto Anna Mouglalis, troppo bella per il marciapiede, troppo fredda per l’amour fou simultaneo di un bandito e un poliziotto.
Il difetto di Romanzo criminale è però soprattutto la sceneggiatura. Per Rulli & Petraglia, che la firmano con De Cataldo e Placido, la banda della Magliana era il braccio armato della Dc. Fatti loro; fatti nostri che non spieghino perché quella banda e non un’altra lo diventi; e perché nessuno dei tanti romani del film sia ironico e cinico, quando ironia e cinismo sono bellezze locali. Di davvero romano, Romanzo criminale ha solo la dizione: spesso ci vorrebbero i sottotitoli. E poi gli esterni sono rari e poveri.

Eppure queste due ore e mezza che sembrano tre non sarebbero costate molto di più se, nella scena della stazione di Bologna (2 agosto 1980) qualcuno nella folla sudasse.

ROMANZO CRIMINALE di e con Michele Placido (Italia/Francia/GB 2004), con Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart. 152 minuti

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