Tsipras traballa. Minoranza Syriza non appoggia la proposta all'Ue

Il ministro Lafazanis, della minoranza di Syriza: "Proposta non in linea con il programma". Tsipras: "Votatelo per mantenere la Grecia nell'euro"

Tsipras traballa. Minoranza Syriza non appoggia la proposta all'Ue

Il gruppo parlamentare di Syriza, il partito del premier greco Alexis Tsipras non sembra digerire positivamente la proposta di accordo fatta da Atene all'Unione Europea. Il pacchetto di proposte presentate da Tsipras a Bruxelles, infatti, è finito sotto il mirino delle critiche della minoranza interna di Syriza.

Il ministro dell'Ambiente e dell'Energia, Panagiotis Lafazanis, su Twitter ha scritto che l'accordo proposto ai creditori internazionali "non è compatibile con il programma di Syriza". Una critica che può creare non pochi problemi al premier greco, impegnato oggi a presentare il suo piano al Parlamento che sarà chiamato a votarlo in serata.

Tsipras staserà cercherà di spiegare ai deputati che il governo "ha la volontà politica di continuare con la realizzazione delle riforme promesse". Ma i tagli compresi nell'accordo hanno fatto infuriare la minoranza interna, che da qualche giorno non lesina lamentele contro l'operato del governo. La richiesta di 53 miliardi a fronte di tagli alla spesa e risparmi con taglio delle baby pensioni e aumenti delle tasse, infatti, ha portato qualcuno a rinominare il premier ellenico Alexis Troikas.

Incontrando in una riunione i deputati del suo partito, Tsipras ha auspicato l'appoggio "serrato delle sue fila alle decisioni importanti che deve prendere il governo". Il premier ha chiesto così al gruppo di Syriza di votare il pacchetto di riforme per mantenere la Grecia nell'euro: "Siamo di fronte a decisioni cruciali: abbiamo ottenuto il mandato a fare un accordo migliore dell'ultimatum che ci ha dato l'Eurogruppo, ma certamente non a portare fuori la Grecia dall'eurozona". "Dove siamo arrivati - ha poi aggiunto - siamo arrivati tutti insieme. Dobbiamo rimanere uniti".

Da quanto si apprende, il ministro Lafazenis non sarebbe disposto a far cadere il governo. Ma se sarà costretto a votare il piano di aiuti da Bruxelles senza che Tsipras riesca ad ottenere una ristrutturazione del debito, allora dopo aver votato affermativamente si dimetterà dal ruolo di governo. A seguirlo su questa linea ci sono altri esponenti dell'ala oltranzista di Siryza, come Kostas Isichos, Dimitris Stratoulis e Nikos Chountis.

A questo punto Tsipras si trova di fronte ad un bivio. Se dovesse tirare la corda con la minoranza tanto da provocare uno strappo, per ottnere l'appoggio del Parlamento a portare avanti le trattative con Bruxelles, dovrà accettare l'appoggio dei socialisti del Pasok (che si sono già dichiarati disponibili), dei centristi del Fiume e di una parte di Nuova Democrazia.

Ma Tsipras

non intende diventare un premier zoppo preda delle opposizioni. Così ha minacciato la minoranza: “O rimaniamo tutti insieme, o andiamo via tutti insieme, non intendo diventare un capo del governo tecnico".

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