Turismo e sostenibilità ambientale: nella capitale ancora nessun hotel ha il bollino verde «Ecolabel»

«Il turismo nel mondo muove oggi 650 milioni di persone che presto saranno un miliardo. Nel centro storico di Roma giungono ogni anno tra i 12 e i 13 milioni di turisti. Solo pochissimi vanno altrove o nelle vicinanze. Questa pressione spiega il perché del secondo polo turistico di Roma, 27 mila ettari nel quadrante verso il mare e i progetti su diportismo, fiere, parchi a tema, gran premio di Formula Uno, parchi verdi. Bisogna convincere i turisti con un’offerta differenziata a rimanere di più, ciò consentirà il pernottamento successivo alla prima sosta».
Così, in sintesi, il vicesindaco Mauro Cutrufo al convegno «Turismo e sostenibilità ambientale» voluto dal Campidoglio e dall’Arpa per la giornata mondiale dell’ambiente. Giano bifronte il turismo, fra inquinamento e opportunità economica. Carta da giocare la sostenibilità delle strutture ricettive.
«È l’Ecolabel, un fiorellino stilizzato, il marchio europeo che garantisce l’eccellenza ecologica di un albergo» dice Stefano Brasini dell’Arpa (l’agenzia regionale per l’ambiente). Viene concesso per tre anni in base a numerosi criteri come l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, il trattamento dei rifiuti e il risparmio dell’acqua. Il costo varia, a seconda dell’albergo, da 200 a 1200 euro. «È un impegno di spesa basso, ma in un periodo di crisi, in cui si ipotizza una tassa di soggiorno», fa notare Andrea Costanzo presidente della Fiavet Lazio, pronto a privilegiare nei loro pacchetti turistici gli esercizi che si distinguono nel rispetto dell’ambiente.
L’Ecolabel è molto ricercato dai clienti sensibili alla tematica ecologica e consente minori spese che compensano lo sborso iniziale. Duecento le strutture certificate in Italia, nessuna a Roma e nel Lazio, dove l’Arpa, come sottolinea il commissario straordinario Corrado Carruba, è in grado di supportare tecnicamente gli operatori interessati. Ma se i mille alberghi circa di Roma non hanno l’Ecolabel, sono forniti però di certificazioni internazionali ISO, precisa Tommaso Tanzilli di Federalberghi Lazio.

Anche gli albergatori hanno a cuore l’ecologia, «ma naturalmente l’hotel green da solo non funziona se è inserito in un contesto non green». E Tanzilli chiama in causa le amministrazioni, «sono loro che dovrebbero intervenire». Già, dovrebbero.

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