Turismopagina a cura di

di Gian Galeazzo Biazzi Vergani

Quanti possono essere i motivi di interesse in una crociera di otto giorni nel Mediterraneo, organizzata da «il Giornale» e gremita di nostri lettori? Certamente molti, e non è possibile analizzarli tutti. Citerò perciò solo i quattro che più mi attirano: la presenza di lettori, la Tunisia, Barcellona e... la sorpresa d’avere a bordo insieme con noi il direttore Vittorio Feltri. Su questa che davvero è una sorpresa per tutti noi, non voglio dilungarmi: qui a fianco è lo stesso Feltri a raccontarvi la sua grande voglia di dividere una giornata con i suoi lettori.
Solo chi l'ha già vissuta questa esperienza con i nostri lettori può capire quali emozioni dia vivere, anzi convivere per tanti giorni con centinaia di persone così amiche, a te così vicine.
Sei immerso in una fantastica varietà di linguaggi, costumi, tradizioni, problemi. Nel vasto teatro dove ci riuniamo fioccano le domande, opinioni, suggerimenti, osservazioni, critiche sulla situazione del paese ed anche su il Giornale. Ma anche noi vecchi del mestiere abbiamo le nostre idee, le nostre storie, i nostri principi e i colloqui si fanno fitti.
Il denominatore comune, che unisce anche nelle diversità è l'amore per «il Giornale». Alla fine è tutto un intrecciarsi di conoscenze e di amicizie. Ne esci umanamente e professionalmente più ricco.
Dicevo, poi la Tunisia, un paese al quale siamo legati da vicende vicine e lontane. La tappa a Tunisi ci porta automaticamente alle rovine di Cartagine, a soli 18 km. E subito riaffiora dai ricordi del liceo, la figura di Annibale, che valica le Alpi con i suoi elefanti e dilaga in Italia. E si riaccendono i sentimenti di allora: ammirazione per le sue imprese e il forte disappunto per le continue sconfitte inflitte ai romani. Le sue battaglie, specie Canne, un modello di fantasia e di genialità, vengono studiate ancor oggi nelle Accademie Militari. E infine la pena per il suo declino e per la sua fine: l'orgoglioso suicidio per non cadere prigioniero di romani.
Una storia la sua che lo accomuna a quella di Mario, il grande politico e generale romano, sconfitto, fuggiasco e ricercato, in meditazione sui resti di Cartagine, come Annibale, prima alle stelle con la buona sorte, poi in rovina.
Non sarebbe male se anche noi cogliessimo l'occasione per fare qualche piccola riflessione su quanto siano fragili e mutevoli le vicende umane.
Di questo e d'altro parleremo con i lettori, e soprattutto con gli amici Cervi e Granzotto. Non sarà difficile, perché hanno entrambi uno spirito brillante, e soprattutto una cultura sterminata.
Cervi è praticamente imbattibile su tutti i fronti, mentre Granzotto ha anche alcune specialità nei settori del buon vivere e del buon gusto. Una sola cosa li divide: il giudizio storico su alcuni aspetti della lotta tra i piemontesi e i borboni. Un tema ancora vivo dopo un secolo e mezzo, e oggetto di accese e mai finite discussioni. Se qualcuno solleverà il problema, avremo modo di divertirci.
Infine Barcellona: una città da vedere e da rivedere. Da secoli estende le sue grandi ali sul Mediterraneo, dove ha conteso a Genova e a Venezia il primato dei traffici. Capitale virtuale di un piccolo stato, difende con decisione la sua lingua, la sua autonomia dai poteri centrali. Oggi con più forza di ieri.
È una città allegra, piena di vita, con ampi viali che sfiorano il mare. La più vivace, più moderna, più ricca, più europea della Spagna, con un'architettura sospesa tra il passato e il futuro; dallo smalto del Rinascimento e del Barocco, alle fantasie di Gaudì, all'ardimento degli stili più moderni.
Da visitare, da frequentare, da amare.


Naturalmente, nel nostro viaggio tocchiamo anche Napoli, Genova e Palermo, già capitali vere e non virtuali, ammirate in tutto il mondo per la straordinaria bellezza.
Difficile un confronto: quasi impossibile una scelta.

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