La tuta diventa sexy: è lo sport chic di Gaultier

Comme des Garçons trasforma le ballerine di Degas in ribelli punk. Giochi di nastri per la Westwood

Daniela Fedi

da Parigi

Il futuro è di chi l’ha cominciato, su questo non ci piove. Lo dimostra l’intelligente sfilata di Jean Paul Gaultier che ieri a Parigi ha mandato in passerella prima 32 capi d’archivio dal 1976 ai giorni nostri, poi la strepitosa collezione per la prossima estate dedicata allo sport. Lo stilista celebra il trentennale della sua griffe e, per festeggiare questo importante compleanno, sabato 7 ha organizzato un grande evento all’Olympia con 2000 ospiti provenienti da ogni parte del mondo. Sono attesi personaggi come Madonna per cui Gaultier ha creato i costumi tanto del recente Confession Tour quanto dell’indimenticabile Blond Ambition del 1990. Quindi dovrebbero esserci i registi con cui ha lungamente collaborato (Luc Besson, Peter Greenaway e Pedro Almodóvar), le dive da sempre fan della sua moda (una per tutte: Catherine Deneuve) oltre ad amici e colleghi di una vita. Visto che il tema della serata è la magia, sul palcoscenico si esibiranno 18 personaggi di spicco del mondo della moda tra cui Suzy Menkes dell’International Herald Tribune, Hilary Alexander del Daily Telegraph e l’inimitabile Anna Piaggi di Vogue Italia.
I numeri magici si sono comunque già visti durante la sfilata. Per esempio ci siamo accorti che già nel ’76 Gaultier aveva lavorato sull’idea di una mutazione genetica tra le ballerine di Degas e le ragazzacce del punk. Ma la stessa immagine è arrivata l’altro ieri sulla passerella di Rei Kawakubo per Comme des Garçons entusiasmando chi ha la memoria corta. Quanto allo sport inteso come motore di ricerca dello stile contemporaneo, i primi esperimenti di Gaultier risalgono agli anni ’80 per cui non stupisce che la nuova collezione sia quanto di più fresco, portabile e divertente si possa immaginare: blouson da baseball trasformati in abiti da sera, calzoncini da boxeur che diventano gonne del tailleur, abiti supersexy mutuati dalla tuta da ginnastica e accessori strepitosi come la visiera-diadema per le regine del tennis. Il tutto con un tocco d’ironia perché tra tante modelle magre e toniche come moda comanda, Jean Paul ha fatto sfilare una donna-cannone (si chiama Velvet e posa per gli artisti amanti dei trionfi di carne come un tempo Rubens e oggi Botero) in calze a rete e baby doll. Insomma 180 chili di libidine per molti uomini e un monito per tutte le donne: senza palestra il futuro potrebbe essere questo.
«Secondo me il futuro sarà simile al presente, solo un po’ più irrespirabile» sostiene Ennio Capasa che per la formidabile collezione di Costume National ha fatto sfilare una modella con tanto di maschera antigas ricoperta in seta. Il resto era stile allo stato puro: una sapiente alternanza tra volumi ampi e forme strizzate, tra gusto sartoriale e ricerca di nuovi materiali. Per questa aliena della porta accanto Capasa propone l’abito in seta color ostrica con la linea a uovo definita da un inserto di tessuto ologrammato, le cappe in pashmina di cashmere con i bordi catarifrangenti, scarpe e borse in pelle specchiata sui toni dell’argento, del rame o dell’acciaio brunito. Inoltre lo stilista ha appena lanciato una nuova versione del suo celebre profumo «Scent», ancor più carica di ferormoni, le sostanze che negli animali determinano l’attrazione sessuale. E per sottolineare meglio il messaggio seduttivo nella confezione regalo inserisce un portachiavi decorato dalle «Geisha Balls» sul cui uso malizioso si possono leggere pagine di alta letteratura ne I racconti erotici di Tanizaki. Signore e signorine ringraziano, soprattutto perché per il lancio di «Antidote», il primo profumo maschile della loro griffe, Viktor & Rolf hanno pensato di far ballare un appassionato valzer lento da quattro coppie di uomini in frac. Perfino le modelle con i deliziosi pantacollant decorati da cristalli da lampadario sotto agli abitini di velo appena coperto dalle belle giacche da smoking avevano l’aria di chiedersi: «Ma che ci faccio qui se nessun uomo mi guarda?». È un rischio che nessuna donna può correre vestita con la strepitosa collezione di Vivienne Westwood: abiti intagliati nel macramé ricoperto di Swarovski, tailleur trionfali nell’elegante gioco dei volumi ripresi che nessuno sa fare come la grande stilista inglese e difficili scarpe con una sorta di ghetta a fasciare il tacco ispirate dal design di Carlo Mollino. Yohji Yamamoto ha invece offerto una grande lezione di frac nell’aula magna della Sorbona. Nelle sue mani il capo maschile più elegante e cerimonioso diventa estremamente femminile. Per donne che hanno il futuro in testa.

Dello stesso segno l’ultima collezione disegnata da Naoki Takizawa per Issey Miyake con una struggente idea della rosa del deserto riprodotta nella nuova versione degli storici plissé della griffe ma soprattutto con una grandissima ricerca sul trasformismo degli abiti. Apri lo zip e il top nero diventa abito da sera colorato, ti giri sotto la luce e il raffinato tablier tinta unita rivela un disegno che profuma di poesia. Se il futuro è questo speriamo che arrivi presto.

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